Intervista a J.M. Van Eaton – Light My Fire

Written by Redazione Drumset Mag. Posted in Musicians, Paper2Media

Intervista a J.M. Van Eaton - Light My FireA fine settembre 2013 l’editore USA Hudson Music ha pubblicato un libro con DVD di grandissimo interesse per tutti gli amanti della storia della batteria. Si tratta di un lavoro che racconta le origini, il periodo pionieristico e il primo sviluppo del batterismo rock, negli anni che vanno dal 1948 al 1965. Sul numero 20 di Drumset Mag, in edicola a Gennaio 2014, pubblichiamo un articolo di presentazione dell’opera firmato dal grande Steve Smith – autore con il collega Daniel Glass delle interviste ai padri della batteria rock raccolte in The Roots of Rock Drumming – e parte della sua intervista al grande Earl Palmer. Qui invece pubblichiamo parte dell’intervista a JM Van Eaton, batterista – tra gli altri – di Jerry Lee Lewis. (Leggi tutto >>)

J.M. van Eaton

Nato il 23 dicembre, 1937 a Memphis, Tennessee

Intervistato da Steve Smith a Nashville, Tennessee, il 19 luglio, 2001

Intervista a J.M. Van Eaton - Light My FireJ.M Van Eaton era ancora un teenager quando ha iniziato a registrare alla Sun Records di Memphis, nel 1956. Faceva parte di un nucleo di giovani musicisti che stavano allargando le possibilità di ciò che era definito ‘accettabile’ nell’ambiente molto serio della musica country. Mettendo giù dei backbeat potenti, chitarre distorte, sassofoni urlanti e pianoforti ritmicamente pulsanti, quei giovani musicisti hanno definito il suono distintivo del rockabilly e hanno aiutato a definire il carattere del rock.

Durante il suo breve, ma intenso periodo vissuto come una macchina da hit, Van Heaton ha suonato su più di due terzi dei dischi realizzati dall’etichetta, incluso i grandissimi successi di Jerry Lee Lewis “Whole Lotta Shakin’ Goin’ On”, “Great Balls Of Fire” e “Breathless”. Il suo stile così spinto può essere ascoltato anche su alcune gemme di Cash e Orbison, così come su alcuni classici cult del rockabilly di Billy Lee Riley (“Red Hot”, “Flyin’ Saucers Rock & Roll”) e Billy Justis (“Raunchy”).

Come sei giunto all’idea di suonare lo shuffle con entrambe le mani (con Jerry Lee Lewis)?

È qualcosa che è accaduto naturalmente, l’ho fatto perchè mi sembrava che ci stesse bene. Jerry faceva tutte queste cose con la sua mano sinistra e con la mano destra, e io cercavo di capire e di imitare quello che stava facendo. Quindi la sua parte di pianoforte era la stessa della batteria. Era una combinazione perfetta, e penso che osservarlo mentre suonava mi ha spinto a fare sempre meglio, non credi?

Che tipo di input creativi ha avuto Sam Phillips nelle registrazioni alla Sun Records?

Sam aveva un grande orecchio, lavorava alla radio e conosceva il suono. Non sono sicuro che fosse un musicista, ma di sicuro sapeva quando qualcosa non funzionava e te lo diceva senza problemi. Lui arrivava e diceva: ”Suonatelo in modo diverso, suonate qualcos’altro”. I due A&R che aveva ingaggiato (i responsabili della scoperta di nuovi artisti da mettere sotto contratto), Jack Clement e Bill Justis, erano musicisti. Loro riuscivano a capire se il bassista stava suonando l’accordo sbagliato, se c’era bisogno di una modulazione o qualsiasi altra cosa. Fortunatament a Sam piaceva come suonavo, e quindi ho suonato in molte belle situazioni, ma non so se era per il mio drumming o per la nuova batteria che mi ero comprato… Però una di queste due cose mi ha aperto la porta (risate)!

Che tipo di batterista ti consideri?

Amico, all’epoca pensavo che fossimo tutti dei rock’n’rollers. Eravamo la nuova ondata, ragazzi bianchi che cercavano di suonare la black music e riuscivano a essere creativi. Poi all’improvviso ti arriva Jerry Lee Lewis, uno che non puoi certo etichettare. E sai com’è, una cosa tira l’altra.

Tu sei stato il primo batterista ad aver suonato con Johnny Cash, giusto?

Esatto. Stavamo facendo delle registrazioni alla Sun e Jack Clement stava scrivendo della roba che voleva far registrare a Johnny Cash. Mi ha chiesto di suonare ma, per essere onesti, non credo che Cash volesse me per quelle sessioni. Non voleva un batterista, e ancora oggi non credo che gli siano mai piaciuti i batteristi. Quindi sono entrato in studio con una spazzola in una mano e una bacchetta nell’altra e abbiamo registrato “Guess Things Happen That Way” e “Ballad of a Teenage Queen” senza usare l’hi-hat. Poi abbiamo fatto “Straight A’s in Love”, che è la cosa più vicina al rockabilly che abbiamo suonato. Voglio dire, ho suonato solo uno o due rimshot. Alla fine di quell brano ho dato un colpo di piatto, come fanno di solito i batteristi alla fine di un pezzo. Ma Cash mi ha strillato: “Non farlo mai più!”, capisci? Così abbiamo tagliato il brano, lasciando fuori il piatto. Però sono sicuro di essergli sempre piaciuto, mi ha offerto un lavoro, ma io non riuscivo proprio a vedermi con una bacchetta e una spazzola, volevo suonare rock’n’roll. Ho amato Johnny, e lui ha avuto davvero un grande successo, ma non era ciò che volevo fare in quel momento. Conway Twitty era un altro personaggio che secondo me era più country che rock’n’roll. Ho suonato con lui per un po’, ma voleva cantare solo il vecchio country (risate), ma probabilmente sarei dovuto andare con lui perchè ha venduto un sacco di dischi.

Hai registrato anche con Roy Orbison. Su “Devil Doll” suoni un beat jazz sullo hi-hat…

Quello è nato quasi per caso, davvero. Orbison doveva registrare alla Sun ed era arrivato con la sua band, ma il bassista e il batterista se ne tornarono in Texas; ma J. M. doveva comunque fare il disco (risate)! Penso che la cosa sia venuta piuttosto bene, ma Roy non ha poi fatto molti album alla Sun dopo di questo, perchè era un cantante di ballad fantastico, ma alla Sun non volevano registrare quel tipo di cose. Abbiamo anche registrato il demo di “Claudette”, che è poi diventato un grande disco per gli Everly Brothers. Orbison ha scritto anche quella canzone. Era una persona speciale, siamo diventati amici e mi è piaciuto molto lavorare con lui.

http://www.rootsofrockdrumming.com/

L’articolo completo è pubblicato su:

Drumset Mag n. 20, Gennaio 2014, pag. 52-55
In Abbonamento e in edicola in tutta Italia dal 1 Gennaio 2014.

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