James Payne
Hiss From The Moat e Notimefor sono due delle band alle quali presta il suo drumming. A esse si è più di recente aggiunta la brutal death metal band Hour of Penance, anche se in tanti lo conoscono soprattutto in quanto co-protagonista con Alessandro Lombardo del progetto The Drum Brother che sta spopolando su Youtube. (Leggi tutto>>)
Intervistato su Drumset Mag di aprile 2013, James Payne nel video collegato a questo breve articolo esegue “Absence of Truth” degli Hour of Penance.
L’articolo completo, a cui fa riferimento questo breve estratto, è consultabile alle pagine 42-44 del numero di aprile di Drumset Mag.
Ciao James, vuoi parlarci di quando hai iniziato a suonare la batteria?
Ciao Drumset Mag e grazie per l’intervista! Ho cominciato a suonare la batteria quando avevo 10 anni, all’età delle scuole medie facevo cover delle mie band preferite come Slipknot e Behemoth e questo fece parlare molto di me, così cominciai a collaborare con band locali, fino ad arrivare a suonare con gruppi più conosciuti a livello europeo e mondiale come Awaken Demons, con i quali sono andato anche in Giappone.
Da giugno fai parte degli Hour Of Penance, come sei entrato nella band?
Conosco Giulio, il chitarrista, da parecchio tempo, e durante il loro tour americano con Nile e Black Dahlia Murder mi chiese se ero disposto a fare una prova per entrare nella band. Mi misi subito al lavoro e in tre settimane preparai dei video. Dopo aver visto il materiale, mi hanno confermato che sarei stato il nuovo batterista. Entrare negli Hour of Penance è stato per me una soddisfazione personale e allo stesso tempo una prova. Erano anni che non suonavo e non esercitavo questo genere di drumming e in poco tempo ho dovuto riprendere tutto per riuscire a suonare blast beat a 270 bpm e fare concerti su palchi di importanza mondiale, come quello dell’Hellfest, a cui non avevo mai partecipato prima!
Oltre agli Hour of Penance continui a lavorare con Hiss From The Moat e Notimefor: com’è la situazione attuale?
Mi piace tenermi occupato! Come Notimefor abbiamo da poco finito una serie di concerti: un tour in Russia, uno in Europa e uno in UK e alcune date in giro per l’Italia. Ora stiamo scrivendo e preregistrando pezzi nuovi per il prossimo disco! Mentre con Hiss From The Moat siamo in studio di registrazione, stiamo finendo gli ultimi aggiustamenti per poter poi ritornare sulla scena, anche cambiando un po’ il look e un po’ il genere: se prima si poteva definire deathcore, ora si parlerà solo di death e black metal.
Parliamo del progetto The Drum Brother: com’è iniziato e che soddisfazioni ti sta dando?
The Drum Brother è un documentario sull’esperienza di studio mia e di Alessandro Lombardo (vedi intervista a pag. XX, NdR). Inizialmente ci siamo rinchiusi in una casa per mesi e passavamo le giornate esercitandoci su diversi topics che ogni settimana mostravamo nei video. Ora, dati i molti impegni dovuti anche alla buona visibilità del canale, pubblichiamo nuovi episodi ogni due settimane, il martedì per la precisione. Abbiamo inoltre avuto modo di invitare molti batteristi di fama mondiale come Steve Gadd, Marco Minnemann, Derek Roddy, Thomas Lang e altri, con i quali abbiamo girato episodi nei quail questi personaggi hanno condiviso le loro esperienze attraverso racconti diversi dalle solite interviste che girano per il web, proponendo lezioni molto interessanti ed esibendosi in assoli. Inizialmente pensavamo che DrumBrother sarebbe stata una bella esperienza da portare avanti per qualche mese, ma è subito diventato un punto di ritrovo molto gradito da batteristi di tutto il mondo, raggiungendo addirittura mezzo milione di visualizzazioni in un anno e migliaia di iscritti al canale. Abbiamo quindi deciso di portare avanti il progetto condividendo tutti i nostri studi e le nostre esperienze. Infatti, tra poco apriremo delle playlist riguardanti tutto quello che vediamo e viviamo durante i nostri tour o i vari lavori che ci vengono richiesti anche singolarmente.
Quanti batteristi avete intervistato finora?
Ne abbiamo intervistati molti, più di una ventina in un solo anno, e ne vorremmo intervistare ancora molti! Solitamente mi capita che, dopo aver parlato con questi artisti, quando poi li sento suonare tutto il loro playing mi è chiaro, perché è come se trasmettessero il loro carattere attraverso lo strumento. Un consiglio a tutti i lettori: se vi capita l’occasione di conoscere di persona il vostro artista preferito, partecipando a una sua clinic, sfruttatela, vi aiuterà a crescere come persone, ma crescerà anche la parte comunicativa della batteria, non solo quella esecutiva o dimostrativa!
Che tipo di strumentazione utilizzi? Quali sono i tuoi sponsor?
Uso una batteria Tama Superstar Hyperdrive: con i Notimefor un kit abbastanza base: cassa 22” x 18”, tom 10” x 6.5”, floor tom 16” x 14” e rullante 14” x 5”. Con Hour of Penance e Hiss from the Moat uso invece due casse 22” x 18”, tom 10” x 6.5” e 12” x 7”, floor tom 16” x 14” e rullante 14” x 5”. I pedali sono gli Iron Cobra Power Glide, l’hi hat stand è l’Iron Cobra Velo Glide, le aste Tama. Come pelli utilizzo Remo Emperor Clear per tom e floor tom, Powerstroke 3 per la cassa e Ambassador X per il rullante. I piatti sono Zildjian A Custom: hi hat 13″, crash 17″ e 18″, china 18″ e ride Medium 20″. Per le bacchette ho da poco le mie Vic Firth HD9 signature, le più versatili e con il miglior balance che abbia mai usato! Ne ho provate tantissime, di diverse marche, misure e legni e su queste ho deciso di metterci il mio nome! Le potrete trovare online sul mio store ufficiale, su quello degli Hour of Penance o ai banchetti dei miei show e clinic.
Parliamo di routine?
Ogni giorno eseguo diversi esercizi su blast e doppio pedale per almeno due ore e mezza, tre. Poi mi dedico allo studio di altre cose come groove, gospel chops; mi preparo per suonare con le altre band di cui faccio parte o per i video del DrumBrother o studio altre tecniche che mi interessa sviluppare in quel periodo. In prossimità di un tour generalmente dedico e concentro tutto il mio studio sulla preparazione tecnica per suonare quel genere, qualsiasi esso sia, poi suono i pezzi in ordine di scaletta almeno due volte al giorno o anche tre se ho del tempo. Più si ripetono le stesse canzoni, più si perfezionano i movimenti, più avrò controllo di quello che suonerò sul palco con l’adrenalina o l’agitazione che ti prendono in quel momento.
Quando sei in tour, invece, hai un esercizio che fai per aiutarti a suonare al meglio? Come ti riscaldi poco prima di un live death metal per esempio?
Quando sono in tour cerco di mantenere orari e alimentazione regolari, che è la cosa più difficile da fare. La stanchezza o la mancanza di cibi che ti tengono in salute può influire negativamente sullo show, a prescindere dalla preparazione e dall’allenamento che si è fatto prima di partire. Mi porto sempre dei pad per mantenere esercitata la tecnica di mani e piedi e cerco di essere costante nell’allenamento, fare almeno tutti i giorni un paio d’ore. Oppure preparo del materiale che mi servirà quando tornerò a casa in modo da rimanere attivo e non avere settimane vuote. Prima di suonare uno show death metal alleno gli arti uno alla volta facendo single stroke roll per un minuto ad arto partendo da 220/230 bpm fino a 270/280 bpm, poi faccio single stroke roll alternati, one foot blast e bomblast. Il tutto per almeno mezz’ora prima dello show. Il warm up è fondamentale per me!
Quali sono i tuoi progetti futuri?
Per il 2013 l’unica cosa sicura sarà un disco nuovo degli Hiss From The Moat, uno dei Notimefor e uno degli Hour of Penance. In più avrò tanti impegni live in giro per l’Europa e non solo. Sto organizzando diverse clinic mie e con The DrumBrother sia in Italia che in Europa. Vorrei anche fare delle collaborazioni con artisti di altri generi musicali, però so che un anno è composto da 365 giorni, quindi vediamo quanto riuscirò a fare! Ringrazio Drumset Mag per l’occasione datami e anche i miei sponsor che mi stanno aiutando tanto in questo mio percorso e mi stanno rendendo tutto più facile! Grazie Tama, Zildjian, Remo, Vic Firth e WESC!
Tags: hiss from the moat, james payne, notimefor, the drum brother