Luis Abreu: Un Ricordo Personale
Domenica 18 gennaio 2010, presso la Casa de la Cultura di Plaza all’Avana, ho scambiato per l’ultima volta una paio di battute prima con Jesús e poi con Luis Abreu, appena terminato il loro concerto alla Peña de la Rumba. Dopo aver ripercorso velocemente il nostro primo incontro a Bologna del 1982, due tour italiani con il Tropicana tra fine ’80 e ’90 e un concerto nel club La Rumba di Milano nel 2008, c’è stata la stretta di mano finale, con il sacro “cuìdate, hermano, un saludo a todo el mundo de allá”. Non prima però di avermi ricordato (non avevamo più toccato l’argomento da quel lontano dicembre) che gli strumenti a percussione di mia costruzione regalati loro nel 1982 – un gesto di solidarietà e amicizia – li avevano donati a una scuola di educazione musicale per ragazzini. Poiché tra quegli oggetti musicali c’era una versione di bongo a tre sonorità, abbiamo rifotografato mentalmente il momento in cui Luis, Jesus e Alfredo, con l’okay del leader Papin, acconsentirono che quell’eretico bongo potesse chiamarsi trongo, nome che buttai lì, senza nessuna logica, nonsense spontaneo e da due soldi: cioè se bi significa due, e quindi bongo, tri ci portava dritti a trongo. E giù tutti a ridere del trongo nel mio piccolo appartamento pieno di amici e di qualche infiltrato latino, tutti curiosi di vedere e poter chiacchierare con quei quattro marziani cubani della percussione tra strade emiliane. E su quel nomignolo ridemmo di gusto tutti assieme anche nel 2010 all’Avana, mentre Jesús – rovistando nella sua automobile – cercava di mostrarmi una copia del loro ultimo dvd. Così, pensando alle parole di Luis, all’abbraccio e a quell’atmosfera allegra della rumba che nel frattempo i Tataguineros avevano provveduto a surriscaldare, voglio terminare a nome di tutti gli amici della percussione questo omaggio alla memoria dell’uomo e incommensurabile artista Luis Abreu.
Photogallery
Tags: jesus, luis abreu, percussions