Peter Wildoer

Written by Elena Secci. Posted in Musicians, Paper2Media

Intervista a Peter WildoerLa scorsa primavera, in occasione del suo primo clinic tour italiano, abbiamo avuto la possibilità di intervistare il batterista della band svedese Darkane, che a fine giugno ha pubblicato il suo nuovo album. Peter Wildoer, che compare anche sul nuovo disco di James Labrie, a novembre suonerà al Meinl Drum Festival a Gothenburg, in Svezia.
L’intervista completa a questo specialista del metal drumming la trovate sul numero di settembre 2013 di Drumset Mag (n. 16); qui abbiamo voluto rivolgergli qualche ulteriore domanda, che sulla carta non ha trovato spazio. (Leggi tutto >>)

Sei conosciuto come batterista heavy metal, ma so che sei un ottimo performer anche in altri stili come jazz-rock e musica classica contemporanea: quale genere preferisci?

Be’ il mio genere principale è sicuramente il metal ed è quello che suono la maggior parte del tempo. Ho suonato anche altri generi e lo faccio ancora, ma principalmente a livello locale.

Ho studiato jazz/fusion per un anno a scuola in Svezia e sono un amante della musica, non m’importa di che musica si tratti.
Ne ascolto di tutti i tipi, cerco di essere ispirato e di mantenere il mio stile il più possibile unico e personale.

Per cui è difficile dire cosa mi piaccia di più. Amo suonare tutti i tipi di musica e preferibilmente con persone con le quali vado d’accordo.

Cosa noti in un altro batterista quando lo ascolti?

Domanda difficile. Non cerco niente di specifico, ma adoro quando un batterista ha personalità, che è la cosa più importante.
Amo il drumming high tech, la creatività e l’innovazione.

Ci sono così tanti grandi batteristi che mi impressionano spesso.
Non sono molto interessato alla super velocità, ma mi attira molto di più la coordinazione e l’orchestrazione.

Virgil Donati ha tutto questo e rappresenta – con Sean Reinart e Dave Weckl – la mia maggiore influenza. È in costante sfida con se stesso e con chi ascolta e questo mi piace moltissimo.

Cosa  pensi delle tue performance quando riguardi i tuoi video?

Sento sempre tutti gli errori e non sono mai contento. È un peccato, ma questo succede la maggior parte delle volte. Mi accorgo sempre di quello che devo migliorare, ma questo almeno è un lato positivo.

Nel corso degli anni ho lavorato molto sulla mia autostima e sul pensare positivo quando suono. Invece di arrabbiarmi quando sbaglio e perdere l’ispirazione, cerco di rimanere positivo e di pensare a quello che faccio e che suona bene. A essere onesti ho proprio poca autostima e mi paragono sempre a grandi batteristi e spesso ho dubbi sul mio modo di suonare. Penso che questo sia un atteggiamento comune quando si raggiunge una certo livello di comprensione del drumming, si sa suonare e si capisce cosa fanno gli altri batteristi.

Penso che Virgil Donati l’abbia detto chiaramente in un’intervista:“Dopo tutti questi anni sento di aver a mala pena scalfito la superficie”. Capisco proprio cosa intende, in quanto più si migliora e più si capisce cos’è possibile fare.
Non dico di essere vicino al drumming di Virgil, ma solamente che capisco cosa intende!

Il video collegato a questo articolo è stato filmato nell’aprile 2013 al Cueva Rock di Cagliari, durante la clinic organizzata dalla scuola Bateras Beat, tappa sarda del clinic tour italiano del musicista svedese.

L’articolo completo è pubblicato su:

Drumset Mag n. 16, settembre 2013, pag. 46
In Abbonamento e in edicola in tutta Italia dal 30 luglio al 30 settembre 2013. 

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