Settembre: è tempo di rimettersi a studiare, di organizzare il materiale e le emozioni accumulate nel corso dell’estate e di programmare una stagione di studio e lavoro che sia, possibilmente, più prolifica e produttiva di quella che ci siamo appena lasciati alle spalle.
Protagonista della rubrica che Drumset Mag dedica mensilmente ai nuovi talenti della batteria(Fame), CarmineLandolfi è nato a Napoli nel novembre 1990 e ha iniziato giovanissimo: la folgorazione è arrivata a cinque anni, guardando un concerto dei Pink Floyd su VHS. Il giovane talento ha studiato con Umberto Guarino, Franco Del Prete, Ettore Mancini e infine con Alfredo Golino. Vincitore nel 2006 del concorso Batteristi in Erba organizzato da Pearl/FBT, l’anno successivo ha partecipato al Lucchini Day 2007 (La lunga notte della Batteria) a Milano. Da allora non si è più fermato, suscitando l’attenzione di addetti ai lavori e sponsor: endorser di Acustica Napoli e testimonial internazionale dei piatti Turkish e delle batterie Odery, nel 2011 Carmine ha suonato nel tour italiano di Ciccio Merolla e nell’anno in corso ha iniziato a tenere delle clinic per i marchi che sponsorizza. Appassionato di gospel drumming, da quest’estate Landolfi ha iniziato anche a esibirsi insieme a Massimo D’Ambra, Livio Lamonea e Alessandro Anzalone nel progetto Just For Fun, in cui vengono riarmonizzate e riarrangiate alcune hit dance e pop, mantenendo la traccia vocale originaria.
Il produttore brasiliano sta realizzando alcuni modelli di drumset prodotti in Cina con un prezzo finale che li rende accessibili ai batteristi di ogni livello e con qualsiasi tipo di budget. Sul numero 4 di Drumset Mag abbiamo provato un set della serie Eyedentity composto da una cassa da 22” x 18”, due rack tom da 10” x 8” e 12” x 9”, due floor tom da 14” x 13” e 16” x 15” e un rullante da 14” x 6”, con finitura di tipo satinato denominata Imbuia Fade. I fusti sono realizzati interamente in acero del Nord America, con uno spessore di 5.5 millimetri per i tom e i floor tom (sette strati) e di 7.2 millimetri per le casse e i rullanti (sei strati). I cerchi sono tutti del tipo a tripla flangia, mentre i blocchetti singoli (a eccezione del rullante) toccano il fusto solo in due punti e restano in qualche modo sospesi e isolati tramite degli appositi spessori in gomma.
La cassa ha un suono abbastanza potente e controllato anche senza materiale di sordina all’interno del fusto, la quantità di frequenze basse a disposizione è ottima, così come il volume, che contribuisce a un’ottima presenza complessiva.
I tom rappresetano uno dei veri punti di forza di questo set, con un suono rotondo e incredibilmente definito, assenza pressoché totale di armonici e risonanza abbastanza controllata. La nota è molto precisa e il suono risulta articolato su un’ampia gamma di frequenze, con quelle basse molto presenti. I floor tom sono molto potenti e abbastanza controllati e si fanno sentire con decisione. Il rullante ha un suono dotato della giusta quantità di armonici, mai fastidiosi, gode di un’ottima presenza del corpo e di un buon volume generale. La sensibilità è eccellente.
Le virtù della Odery Eyedentity sono ben evidenziate dalla performance del formidabile Carmine Landolfi, immortalato in questo video girato presso il negozio Acustica di Napoli, che ringraziamo per averci messo lo strumento a disposizione per il test.
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