Aaron Spears In Clinic

Written by BOB Baruffaldi. Posted in News & Events

Aaron-Spears-tmbLo scorso 4 maggio, si è tenuta nei locali del Music Shop di Viterbo (organizzazione Backstage Academy), la seconda tappa del clinic tour italiano che ha come protagonista Aaron Spears, il batterista americano riconosciuto come uno dei più rappresentativi degli stili R&B e gospel, e noto soprattuto per essere da diversi anni il batterista di Usher, vera e propria star del pop americano e internazionale. (Leggi tutto>>)

Il possente Aaron Spears si è presentato al numeroso pubblico accorso con la sua proverbiale simpatia, e ha da subito instaurato un rapporto davvero amichevole con tutti i presenti, scherzando con i partecipanti più “calorosi” e desiderosi di mettersi in mostra. Davvero gustoso il siparietto tra Aaron, la traduttrice, e il traduttore “in seconda”, e che ha tenuto banco per quasi tutta la durata della clinic; il solo osservare le espressioni di Aaron Spears valeva il biglietto dell’evento… Spears ha iniziato suonando due brani in puro stile gospel, mostrando (se mai ce ne fosse stato bisogno) la sua autenticità nell’esecuzione e nella scelta dei groove e dei fill relativi. Esaurita la prima sezione delle domande, Aaron ha eseguito una personale reinterpretazione di “15 Step” dei Radiohead, mostrando le possibilità creative dell’improvvisazione applicata a brani già esistenti e completi di traccia di batteria originale. Un altro esempio creativo è arrivato da una lunga improvvisazione effettuata su un click programmato in 7 (l’oggetto di uno dei due video presenti in questo articolo, e girati proprio nel corso della clinic), nel corso del quale Spears ha mostrato di essere a proprio agio non solo su un più comune (ma non per questo più semplice) 4/4. Dopo una seconda serie di domande del pubblico, Aaron ha concluso l’evento suonando altri due brani, sempre in stile gospel, e si è gettato nella mischia firmando autografi e concedendosi a una lunga serie di fotografie con i suoi fan. Un evento davvero riuscito in pieno, che ci ha dato la possibilità di ammirare da vicino un vero esempio di autenticità stilistica per ciò che riguarda il Gospel, cosa davvero rara in questa epoca fatta di cloni… Grande Aaron!

 

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