London Drum Show 2013 – The Experience

Written by Marco Mercurio. Posted in News & Events

londo-logo-tmbIl 12 e 13 ottobre 2013 l’Olympia Conference Centre di Londra, ha ospitato la quarta edizione del London Drum Show, organizzato in collaborazione con la rivista inglese Drummer Magazine. 1768 metri quadrati di spazio espositivo, un Main Stage (Auditorium) con 450 posti a sedere per le live performance, e una Masterclass Suite (300 posti) in cui, tra una performance e l’altra si svolgevano le masterclass a cura di Mike Dolbear, un personaggio importante della UK drumming community. (Leggi tutto)

Più di quaranta gli stand allestiti dalle varie case produttrici di batterie, piatti e accessori tra cui le più note come Mapex, Yamaha, Premier, Tama, Dw, Zildjan, Sabian, Meinl ma anche, e a mio avviso molto interessanti, marche meno note come l’inglese Natal, la giapponese Sakae (attualmente in voga in UK per l’endorsement di Ash Soan), Guru Drum, Murat Diril ed altre ancora. Inutile dire quanto sia stato difficile contenere la voglia di portarsi a casa gran parte delle migliaia di strumenti e accessori esposti, che, per ovvi motivi di trasporto e fortunatamente per le mie tasche, si è limitata a due borse della nuova Fusion, un pad Premier, due DVD Hudson Music ed una scorta di bacchette Vater Percussion.

Terry Bozzio, Omar Hakim, Jojo Mayer, Chris Coleman, Russ Miller & Pete Lockett, Gerald Heyward, Aquiles Preister e, per usare un’espressione inglese, “last but not least” Dave Weckl. Questi gli artisti che si sono alternati sul palcoscenico dell’Auditorium dell’Olympia Centre, tutti con caratteristiche differenti, ma accomunati dall’amore per lo stesso strumento.
Tra questi c’è chi come Coleman, Heyward e Weckl, aveva voglia di parlare e condividere la propria esperienza, scomponendo, analizzando e spiegando elementi del proprio drumming, e chi invece, come Jojo Mayer, Omar Hakim e Terry Bozzio, ha preferito “solo” suonare presentando i brani e raccontando delle varie collaborazioni.

Terry Bozzio

Primo ad esibirsi nella mattinata di sabato, Bozzio ha incantato il pubblico con una performance in solo di 45 minuti, dimostrando chiaramente quelli che sono i concetti base del suo drumming, a mio parere unico ed originale. Melorhythm, per dirlo alla sua maniera, ossia la melodia che viene fuori dalla sovrapposizione di due ritmi di diversa natura (es. 3:2 o 2:3), e quindi la capacità di sentirli l’uno in relazione con l’altro, da entrambe le prospettive, piuttosto che sentirli come due ritmi separati. Solo su ostinato, per lo più “foot ostinato” (spesso in tempi dispari come tre e cinque) che sostiene il fraseggio estremamente melodico dei tamburi (perfettamente intonati). Molto evidente è il senso strutturale delle sue composizioni, così come la capacità di sviluppare quella che è l’idea iniziale proposta come tema. L’impatto visivo del “Big Kit” (Dw Collector’s Series) di Bozzio è impressionante, 8 gran casse, 26 tom, 2 rullanti, 53 piatti, 22 pedali, solo per “dare” i numeri.

Jeremy Stacey

Per quanto mi riguarda il momento più bello di tutto lo show, anche perché del tutto inaspettato. Il nome di Jeremy era venuto fuori un paio di volte durante le lezioni alla Tech l’anno scorso, ma, per mia negligenza, non avevo mai googleato il suo nome, né tanto meno mi era capitato di riconoscerlo nelle sue collaborazioni con Noel Gallagher, Sheryl Crow, Eurhythmics, Joe Cocker, Robbie Williams. Sul palchetto della Masterclass Suite tre Tama, una Star Classic in bubinga (cassa 26”), una Star ed una Silverstar (Jazz set). Ognuna per natura diversa dall’altra, questo per dimostrare uno dei principi del suo drumming, secondo cui ogni strumento, con le proprie caratteristiche timbriche può guidare la nostra immaginazione verso un determinato “luogo” piuttosto che un altro.

Chris Coleman

A chiudere la serie di performance sul Main Stage della prima giornata del London Drum Show ci ha pensato Chris Coleman, uno tra i più forti attualmente nel mondo R&B/Soul, che vanta collaborazioni con Chaka Kan, Rachelle Ferrell, Israel & New Breed, Prince (in studio) e dal suono così potente da far letteralmente tremare le pareti dell’auditorium (dico sul serio!). Dopo un iniziale momento d’imbarazzo per un problema tecnico nel far partire le basi che porta con sé alle sue clinic, Chris si è lanciato in un solo di libera improvvisazione, mostrando tutte le capacità per cui questo “grosso” batterista è apprezzato nel mondo, potenza, precisione e controllo.
Quello che mi ha colpito di Chris è stata la sua voglia di voler comunicare e lasciare qualcosa ai presenti in sala, calcando i concetti di Time (percepire la pulsazione), Understanding Time (suddividere la pulsazione), Musical Theme (sviluppare un’idea musicale sul kit) ripetendo più volte che “as a drummer you have to find those three elements”.

Gerald Heyward

Considerato da molti “the Godfather of gospel and R&B drumming”, Gerald Heyward è uno dei batteristi più ricercati nel mondo R&B. Tra le sue collaborazioni compaiono artisti come Blackstreet, Micheal Jackson, Janet Jackson, MIssy Elliot, Puff Daddy, Brandy, Mary J.Blige e Coolio. Più recentemente ha girato in tour con Chris Brown e Beyoncé.
Una persona umile e alla mano, Gerald, dopo aver suonato un medley di brani degli artisti sopra citati, è sceso dalla pedana e si è avvicinato alle poltrone in platea per rispondere alle domande dei più curiosi.

Aquiles Preister

L’organizzazione non ha dimenticato nessuno, ed infatti, ad assecondare la richiesta dei metallari, c’era Aquiles Preister, batterista della band progressive power metal Hangar.

Dave Weckl

Mi sono accorto dell’arrivo di Weckl al Kensington Olympia Centre quando circa verso le tre, a due ore dalla sua performance sul Main Stage, si era formata una fila interminabile di persone davanti allo stand Yamaha per autografi e foto. Senza dubbio il momento più atteso di tutto il festival, Weckl non ha deluso nessuno, gestendo perfettamente il tempo a disposizione. Dopo la presentazione degna di un artista del suo calibro (tra le sue collaborazioni compaiono nomi come Chick Corea, Mike Stern, GRP All Star Big Band), il pubblico presente in sala ha accolto l’artista con un grande applauso e la sensazione era come se ognuno dei presenti conoscesse Dave personalmente e che questa era un’occasione per rivedere un amico di vecchia data.
Dopo un solo in cui era possibile riconoscere tutto il suo “sapere della batteria”, Weckl ha espresso alcuni concetti chiave nella formazione di un batterista, primo fra tutti che non è necessario saper fare un solo, ma che è di gran lunga più importante saper suonare con gli altri (band). Dave ha parlato poi della ricerca sullo strumento di un livello dinamico “normal” (medio), da cui facilmente possiamo salire o scendere, a seconda della direzione musicale che decidiamo di prendere; di feel (Straight o Swung) e di come le ghost notes siano influenti in questo; dei vari stili musicali, suggerendo ai futuri professionisti di non limitarsi alla conoscenza di uno o un paio di generi musicali e restare quanto più possibile “open-minded”.

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