Peppe Consolmagno – Face to Face
Uno dei Face to Face (ossia delle interviste) pubblicati sul numero 19 di Drumset Mag, in edicola a Dicembre 2013, ha per protagonista il percussionista Peppe Consolmagno, al quale abbiamo riservato qualche domanda supplementare per il nostro sito. (Leggi tutto >>)
Oltre a Vasconcelos, c’è qualche multipercussionista che hai ammirato e che ti ha influenzato?
Per la verità mi sono sempre tenuto un po’ lontano dagli idoli, perché ogni volta che trovi un personaggio o un idolo lo insegui, tenti di assomigliarli, copiarlo, e finisci per esserne vittima. Per cui credo sia importante vedere e ascoltare gli altri, ma creando qualcosa di personale, originale, e non copie ignobili di qualche idolo.
Per non farti contagiare o influenzare da Vasconcelos hai dovuto indossare una corazza? Com’è andata esattamente?
È vero, anche se debbo dirti che se c’è un nome che mi ha influenzato questo è Naná, per poi arrivare al punto di invertire le cose quando Vasconcelos mi chiese di fare il trio con Antonello Salis. Trovarsi assieme sul palco significa che tante cose (caxixi, ad esempio) sono doppie, e quindi ci si chiede cosa fa uno e cosa fa l’altro. Per uscire dal dubbio succede che ognuno imita se stesso, e tutta fila liscio.
Un pettegolezzo. Il rapporto privilegiato con Naná Vasconcelos credi che abbia ingelosito alcuni tuoi colleghi?
Hai ragione, queste cose infatti creano sempre un sacco di problemi. Apparentemente la cosa viene apprezzata, poi succede che qualcuno non ti chiama per un po’, ma (…) sono delle gelosie da provincialotti. Che vuoi farci, siamo in Italia, e allora può dar fastidio, ma in definitiva nei festival, dove ci si ritrova tutti, vedo che mi trattano con rispetto e io viaggio per la mia strada. In definitiva sul palco e nella vita bisogna rispettarsi.
Vita materiale: un musicista non ‘commerciale’, con una visione più da ricercatore che da concertista, riesce a campare di musica?
È molto difficile vivere di sola musica suonata. Il mondo si divide tra persone responsabili e irresponsabili. Io ho scelto di essere responsabile e di affrontare la vita con serietà. Conosco musicisti che suonano molto, ma sarebbe interessante andare a vedere come riescono a vivere.
Tra i tuoi vari album, vuoi ricordarci qualche titolo?
Vasconcelos, Salis, Consolmagno (Cajù Records) e Ishk Bashad “Live at Womad 2001” (Cajù Records), gruppo molto interessante, che unisce sonorità occidentali, jazz e musiche orientali. Kalungumachine (Cajù Records) in duo con Antonio Marangolo e il Marangolo Quartetto Orizzontale (Fortuna Records), che all’esordio del quartetto suonammo al Festival Internazionale di Jazz di Montreal in Canada. L’ultimo è Flowing Spirits in trio con Nicola Salvatori e Simone Spinaci (Red Records).
Le foto della gallery sono di Gian Franco Grilli
L’articolo completo è pubblicato su:
Drumset Mag n. 19, Dicembre 2013, pag. 56-58
In Abbonamento e in edicola in tutta Italia dal 1 Dicembre 2013.
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