Stefano Bagnoli

Written by Mario A. Riggio. Posted in Musicians, Paper2Media

Stefano BagnoliProtagonista di uno dei face to face, ossia delle interviste pubblicate sul numero 16 di Drumset Mag, Stefano Bagnoli è anche uno dei personaggi maggiormente in vista nella scena batteristica italiana.

In questo articolo vi offriamo una sua breve biografia e gli chiediamo di esprimersi su alcuni artisti con cui ha lavorato più o meno di recente. (Leggi tutto >>)

Studia con Carlo Sola (“Avevo 14 anni” ricorda), batterista della RAI di Milano, e con Franco Campioni al conservatorio del capoluogo lombardo. Da giovane frequenta la crema dei batteristi, Ellade Bandini e Christian Meyer in primis, suona tanto jazz ispirandosi a Louis Bellson, Buddy Rich, Gene Krupa e in seguito a Roy Haynes, Daniel Humair (guarda caso un batterista-illustratore, come lo stesso Bagnoli), Steve Gadd.

Stefano Bagnoli con Enzo JannacciLa lista delle sue collaborazioni potrebbe essere il sommario dell’enciclopedia del jazz odierno: fra gli italiani ricordiamo Franco Cerri, Gianni Basso, Renato Sellani, Enrico Rava, Paolo Fresu, Francesco Cafiso, ma anche l’Orchestra Sinfonica della RAI di Milano. Fra le collaborazioni internazionali Clark Terry, Buddy De Franco, Cedar Walton, Slide Hampton, Chico Buarque, Lee Konitz, Scott Hamilton, Steve Grossman, Miroslav Vitous, Franco Ambrosetti e Randy Brecker.


Due parole su alcuni artisti con cui hai lavorato. Paolo Fresu

Con naturalezza disarmante riesce a essere lucido musicalmente allo stesso modo con cui riesce a esserlo sotto il profilo organizzativo. Un artista e un uomo d’affari esemplare, disponibile e propositivo come pochi altri. Un leader carismatico che ti porta a suonare come piace a lui pur lasciandoti completa libertà di espressione. Ti si plasma addosso e ti porta successivamente dalla sua parte senza il minimo attrito. È unico.

Francesco Cafiso

Il suo talento non ha eguali. Con lui ho suonato stabilmente per sette anni e siamo cresciuti musicalmente insieme, sebbene con trent’anni di differenza! Siamo ottimi amici e tuttora collaboriamo, oltre a suonare insieme nel quintetto di Giovanni Mazzarino. È uno di quei giovani artisti che, nonostante sia ormai una star mondiale, non ha perso di vista l’umiltà e l’ironia, condizione vitale per poter mettersi in gioco senza eccessi di ego.

E ora, l’opposto in termini di età: Renato Sellani

L’ultimo dei poeti, un musicista di altri tempi che riesce sempre a emozionare giocando con la musica indipendentemente dalla storia che si porta sulle spalle. L’entusiasmo di Renato è rimasto quello di un tempo. La forza del jazz è anche poter condividere momenti magici come fosse sempre la prima volta. Avere 85 anni o 18 non ha importanza se hai un animo gentile e passionale.

Lavori spesso in televisione, ultimamente su Zelig

Esperienza meravigliosa e impegnativa. Un team pazzesco capitanato da un Claudio Bisio instancabile e attento a far funzionare tutto e tutti. Cordiale, scrupoloso e infaticabile.

Paolino Jannacci ha formato una band di amici affiatati, che ha reso la piccola parte musicale che ci spettava sempre molto ben calibrata.  L’impatto musicale era sempre a fuoco e determinato.

Abbiamo fatto tre edizioni, sempre con due batterie. Grazie a questo il duo con Roberto Gualdi ha raggiunto livelli di interplay notevoli: abbiamo potuto sperimentare groove, dinamiche e poliritmie ottimizzando ulteriormente la conoscenza l’uno dell’altro.

Video Gallery

Il primo dei due video collegati a questo articolo ci propone Stefano Bagnoli alla testa del suo We Kids Trio (completato dai giovanissimi musicisti siciliani Francesco Patti e Giuseppe Cucchiara).

Il secondo video risale invece alla seconda edizione della Groove Night e rappresenta un’eloquente spiegazione del perché Stefano si sia guadagnato nell’ambiente il soprannome di Brushman!

 

L’articolo completo è pubblicato su:

Drumset Mag n. 16, settembre 2013
In Abbonamento e in edicola in tutta Italia dal 30 luglio al 30 settembre 2013.

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