Un disco in pratica già scritto ancor prima dell’omonimo esordio dell’anno precedente: il secondo album della band inglese vede la luce in un momento davvero magico. Unico disco della Vergine di ferro a comprendere ben due brani strumentali, è stato scritto quasi esclusivamente dal solo Steve Harris, bassista fondatore e unico membro insieme al chitarrista Dave Murray ad aver partecipato a tutti i capitoli della discografia della band. Alla batteria, Clive Burr (al posto di Doug Sampson) (Leggi Tutto >

Nel numero di settembre 2012 di Drumset Mag ha fatto la sua comparsa una nuova rubrica, Before I Forget, in cui si analizzano alcuni degli album storici del metal e se ne trascrivono i groove. Abbiamo iniziato con questo album degli Iron Maiden, uscito il 22 marzo 1982, poco più di 30 anni or sono.
Subito acclamato dalla critica dei tempi come il miglior album della storia del genere, è il primo disco della band britannica a raggiungere il primo posto nelle classifiche, senza contare la certificazione di disco di platino negli USA e il successo dei video dei singoli “Run to the Hills” e della stessa “The Number of the Beast”, uniche occasioni di vedere immortalato il primo batterista ufficiale – ma quarto nella reale storia della band – Clive Burr, autore di una intro tanto semplice quanto efficace e riconoscibile anche a distanza di 30 anni.
L’album fu prodotto da Martin Birch e registrato presso i Battery Studios di Londra. Artwork disegnato da Derek Riggs.
La formazione: Bruce Dickinson, voce; Dave Murray e Adrian Smith, chitarre, Steve Harris, basso; Clive Burr, batteria.