Leonida Torrebruno è uno dei pionieri della percussione accademica italiana. Insegnante al conservatorio di Roma e musicista all’orchestra sinfonica della RAI, Torrebruno fu tra i primi a provare a mettere ordine fra gli strumenti a percussione, scrivendo il libro “La percussione” (ed. Bèrben). Fra le note curiose del libro, oltre alle ingenuità di una prima letteratura della percussione, Leonida appare sui timpani a caldaie unificate (brevetto del fratello Luigi, specializzato su quello specifico strumento). I timpani erano fatti su commissione dalla ICV di Lanciano, una ditta situata nella zona industriale di Lanciano, provincia di Chieti, che faceva sagomature in fibra di vetro a scopo industriale. Torrebruno aveva fornito loro la cassa di un timpano Ludwig in rame come stampo, dal quale ne è stato ricavato il corrispettivo in fibra di vetro, poi dipinto in altri colori (marrone e bordeaux). Come le caldaie fossero unificate, per ora possiamo solo supporlo, immaginando che fossero aperte in corrispondenza di una “camera” apposita, che abbracciava tutti i timpani.