Tucci & Marcozzi @ Crossroads 2014
Una serata leggendaria quella di giovedì 24 aprile 2014 al Teatro Comunale di Russi (RA), letteralmente stipato per l’unico concerto in chiave latin di tutta la rassegna Crossroads. Mai vista tanta gente, e soprattutto così caliente, in questo delizioso teatro per assistere al complesso, raffinato, a tratti tribale e anche passionale del sestetto Latin Mood diretto da Fabrizio Bosso, trombettista jazz di livello mondiale, e dall’esuberante sassofonista italo-argentino Javier Girotto. (Leggi tutto>>)
La performance è partita subito a ritmo travolgente con l’esplosivo “Vamos”, title track del secondo album della band (Skema Records, 2012), ritmo tenuto ad altissima intensità per un paio di brani poi un po’ di relax con bolero (“Mathias”, “Algo Contigo”), bossanova (“Teorema”). Il tempo di prendere fiato per ripartire con l’infuocato jazz-mambo “A Taste of Honey” di Herb Alpert, brano notissimo poiché era la sigla di Tutto il calcio minuto per minuto. Tra i bis anche un piacevolissimo classico riletto a tempo di bolero-son come “The Shadow Of Your Smile”. A parte il talento indiscusso dei due leader, meritevoli di segnalazione anche le prestazioni del bassista Luca Bulgarelli, del pianista-vocalist argentino Natalio Mangalavite e soprattutto l’energico drumming di Lorenzo Tucci, jazzista di vaglia, fulcro ritmico della band, anche se un po’ periferico al latin. Meno incisivo, a nostro avviso, il percussionista Bruno Marcozzi, dalla tecnica alquanto batteristica, che non ha potuto mettersi troppo in mostra (inoltre, utilizzando spesso le bacchette su conga e bongò, snatura gli stessi tamburi delle loro potenzialità timbriche, ritmiche e espressive…). Un latinjazz filo ortodosso forse si poteva aspettare più jazz en clave & dintorni, mentre il pubblico, certamente meno esigente, non si è accorto di questi lievi punti deboli, tant’è che è stato un applauso lungo quanto il concerto. Che dire, Latin Mood ha entusiasmato e convinto tutti, o quasi. L’unico dubbio che resta a chi scrive è: la chiave del successo di tanto pubblico e apprezzamento musicale è dovuta alla formidabile bravura e notorietà di Bosso, all’originalità di Girotto o a questo latin ulteriormente ibridato?
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