Un commento alla classifica

Written by Antonio Di Lorenzo. Posted in Musicians, News & Events

drumset-mag-logoHo letto con il consueto interesse la rubrica di aprile di Vincenzo Martorella (Drumset Mag n. 23, Aprile 2014, pagina 82) sulla classifica dei migliori 50 batteristi secondo la rivista USA Modern Drummer. Da attento lettore del magazine americano (e avido collezionista, possedendo tutti i numeri dal primo a oggi), non ho provato meraviglia alcuna nel leggere la classifica. È un gioco e tale rimane e, come spesso succede in questi frangenti, le scelte sono spesso emozionali e contingenti a seconda delle mode e di vari ‘fattori x’. (Leggi tutto>>)

Di sicuro non ho mai tenuto in grande considerazione le classifiche di Modern Drummer, neanche quelle annuali sui batteristi dei vari generi. Ad esempio quest’anno la categoria jazz è stata vinta da Tommy Igoe, fantastico batterista, che però non credo abbia avuto all’attivo produzioni musicali di rilievo. Eppure….
A mio avviso, una classifica attendibile potrebbe essere fatta solo tenendo presente i batteristi non più in attività: sarebbe sicuramente più obiettiva, anche se alcuni grandi batteristi in circolazione – che sicuramente entreranno a far parte della storia dello strumento – verrebbero esclusi ingiustamente. Ma che dire poi di batteristi dei quali tra dieci anni non si ricorderà più nessuno, vedi Travis Barker o altri? C’è poi il caso assurdo del batterista più sopravvalutato della storia, Mike Portnoy, il più grande gestore della propria carriera che sia mai salito su un seggiolino di batteria. Di batteristi come lui ve ne sono tonnellate, e quel posto in quella e in altre classifiche (vedi addirittura il MD Poll del 2014) non lo merita. O meglio: Portnoy è un ottimo team player, come tanti altri, ma da lui non ho mai ascoltato qualcosa che mi dia neanche lontanamente l’idea di un batterista ‘da classifica’. Anche perché, se devo dirla tutta, se devo ascoltare quel tipo di clone preferisco l’originale, Neal Peart, perchè almeno ha creato quel tipo di linguaggio.
Vero è che la batteria è uno strumento di storia recente, tra poco compirà un secolo, e per metà di questo secolo i progressi tecnico linguistici sono avvenuti nell’ambito del jazz. Solo da Ringo Starr in poi i batteristi rock hanno avuto una loro storia. Precedentemente erano solitamente musicisti swing che suonavano rock (che comunque all’epoca era swingato!). Il disappunto di Martorella per l’assenza di Art Blakey o di Peter Erskine è perfettamente giustificato, ma si spiega con la ancora persistente ignoranza che affligge la categoria strumentisti, batteristi inclusi: Blakey è morto ed Erskine è nella fase conclusiva della sua strepitosa carriera… Ma quanti giovani che votano nei pool conoscono i Weather Report o Jaco Pastorius oggi? Per capire ciò di cui parlo basta farsi un giro su Internet e vedere i commenti assurdi che a volte si leggono sui video di Max Roach: roba da brividi. E quindi nessuna meraviglia per questa classifica. Considero MD il “role model” delle riviste per batteria, ma le sue classifiche non hanno mai avuto un senso reale, perché prive di prospettiva storica. Del resto, potrei citare almeno venti copertine della rivista dedicate a batteristi completamente scomparsi o dimenticati, e batteristi che non ne hanno mai avuto una (vedi Paul Motian o Dj Fontana) pur avendo fatto storia. Inoltre, per tornare a un vecchio articolo del nostro Martorella, lo stesso Buddy Rich intervistato la seconda volta da Modern Drummer, e cioè quando quel giornale era diventato “la rivista” di batteria più letta al mondo, si comportò con molta meno spocchia rispetto alla prima intervista: il motivo? La storia cambia e così le prospettive: il buon Buddy aveva capito che MD era diventata una realtà importante nel mondo del business musicale ed era meglio rispondere con meno strafottenza di quanto avesse fatto sul primo numero (per quanto Buddy fosse un maestro in tal senso!).
Per stilare simili classifiche occorrerebbe una prospettiva storica completa e colta che spesso non c’è: non ancora, fra la maggior parte di noi, passionali e appassionati suonatori di questo giovane e fantastico strumento.

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