La fama dei tamburi A K (iniziali del costruttore Adrian Kirchler) ha ormai superato i confini degli amanti del vintage e degli strumenti custom made, raggiungendo tutti i percussionisti più esigenti e selettivi.

Nel video collegato, la prova di un AK Black Beauty da 14” x 5” (Leggi Tutto >>)

Oggi la solo batteria acustica non è sempre in grado di riprodurre suoni che, spesso, sono non acustici ‘alla fonte’. Per questo motivo molti batteristi incorporano nel proprio set alcuni strumenti elettronici, creando appunto un set ibrido, un set di batteria e/o percussioni in cui si mischiano elettrico e acustico (Leggi Tutto >>)

Piatti nati per avere un volume inferiore dell’80% (da cui il nome) rispetto ai normali piatti musicali, utilizzabili in contesti didattici, in situazioni musicali a basso volume e ovviamente in tutti i set destinati all’esercizio all’interno delle mura domestiche oppure ovunque vi siano dei problemi di volume.

Abbiamo testato i piatti con una batteria Dr. Beat dotata di pelli mesh, che poi ha pilotato una centralina Roland TD30: abbiamo voluto vedere quale fosse il bilanciamento acustico tra piatti e pelli mesh e poi di quanto bisognasse alzare il master della TD 30 collegata a un impianto di amplificazione per bilanciare in modo esaustivo i piatti con i tamburi (mentre suono alzo il volume della batteria progressivamente, per far percepire l’effetto). Si raccomanda l’ascolto del video con le cuffie… (Leggi Tutto >>)

Uno strumento divertente con suoni incredibili, dalla sensibilità senza pari. Sicuramente un prodotto vincente per gli studi di registrazione di livello, ma anche per gli home studio, nonchè per coloro che calcano i palchi del pop-rock, dove riprodurre i suoni di un disco è diventato indispensabile. Il suo costo, non proprio accessibilissimo, si giustifica pienamente con le sue performance incredibili, i suoi suoni e le sue utilissime funzioni (Leggi Tutto >>)

Il modello Jazzette, costruito dalla ditta di Chicago dal 1966 al 1974, era composta da cassa 18” x 12”,  tom 12” x 8”, timpano 14” x 14” e rullante in metallo, il mitico Supraphonic, da 14” x 5”. Pur tuttavia, spesso si definiscono Jazzette anche le Down Beat, che annoveravano una cassa optional da 18 x 14! Questi set, sicuramente rari, non hanno comunque lo stesso fascino della ‘vera’ Ludwig Jazzette. (Leggi Tutto >>)

Strumenti molto versatili, pensati per essere i più simili ai vecchi Avedis tra i piatti turchi artigianali in circolazione. Partendo dalla serie Traditional, gli artigiani della Bosphorus hanno creato una serie di piatti dalla campana più grande e pronunciata, e dal profilo ‘americano’, più curvo rispetto al profilo flat tipico della tradizione turca (Leggi Tutto >>)

Uno strumento custom order, realizzato cioè su richiesta di un cliente, un set dalle misure particolari: cassa 24” x 14” (a 10 tiranti), rack tom da 13” x 9” (a 6 tiranti) e 15” x 12” (a 8 tiranti); timpano classico da 16” x 16” (a 8 tiranti) e rullante Slingerland modello Festival (Leggi Tutto >>)

Non un qualsiasi tamburo, ma Il Rullante per eccellenza, l’oggetto del desiderio di tutti i collezionisti nonché dei batteristi più raffinati: il mitico Deluxe Standard, meglio conosciuto con un solo nome: Black Beauty. Nel video collegato potete vedere e ascoltare un modello degli anni ’30, uno degli anni ’70 e un Black Beauty attuale. Come recitava la pubblicità del 1991: “This Isn’t Just a Drum. It’s a Legend” (Leggi Tutto >>)

Comparso nel catalogo Slingerland nel 1965 con la cassa da 20”, il Gene Krupa Outfit era già presente nel catalogo del 1963, ma con cassa da 22”. Il set che potete vedere e ascoltare nel video collegato è sicuramente del 1970, con la prima versione del badge Niles Silver and Black e numeri di serie a cinque (88737) e sei (1244xx) cifre nella rara finitura White Sparkle. Il rullante è il Sound King Gene Krupa, in bronzo a 10 tiranti equipaggiato con la macchinetta tendi cordiera denominata Zoomatic Strainer (Leggi Tutto >>)

Non c’è al mondo un rullante più famoso del Ludwig Supraphonic. Punto! Per molti anni questo tamburo, in particolare nella sua versione da cinque pollici, ha rappresentato lo standard assoluto tra i rullanti. Sul numero 30 di Drumset Mag, in edicola a Dicembre 2014, trovate una storia dettagliata del mitico LM 400 e della versione da sei pollici e mezzo (LM 402). (Leggi tutto>>)

Ripetere il successo strepitoso della linea Radio King fu per la Slingerland un’ impresa ardua, mai riuscita del tutto. Pur tuttavia, la Slingerland fu capace di produrre ottimi strumenti anche durante gli anni ’60 e ’70, che catturarono l’attenzione di un pubblico vasto pur senza mai dominare completamente il mercato come era successo con la Radio King. Il modello che esaminiamo sul n. 28 di Drumset Mag, in edicola a Ottobre 2014, è appunto uno di questi ottimi strumenti che ornarono i cataloghi Slingerland per molti anni: il rullante Artist Model. (Leggi tutto >>)

Può sembrare un’impresa impossibile quella di utilizzare dei vecchi piatti K Istanbul Zildjian in contesti musicali diversi dal jazz, magari più decisi. E invece, se gli strumenti in questione hanno il peso necessario…
Dell’esperimento parliamo diffusamente sul n. 27 di Drumset Mag, in edicola a Settembre 2014, dove trovate la descrizione puntuale dei piatti che potete sentire nel video collegato a questo articolo. (Leggi tutto >>)

Difficile dire se la Ludwig Hollywood nacque come un’estensione della Superclassic o se fu una risposta della ditta di Chicago alle necessità del rock. È certo che la prima celebre Ludwig Hollywood fu quella di Ringo Starr, il batterista dei Beatles. La configurazione maggiormente diffusa del set fu: cassa 22” x 14”, rack tom 12” x 8” e 13” x 9” e floor tom 16” x 16”, con il rullante in metallo, salvo rarissimi casi. I fusti sono i classici tre strati con cerchi di rinforzo Ludwig, mogano africano – pioppo – mogano e la verniciatura interna è la resacote bianca. (Leggi tutto >>)

Il gioiello di cui ci occupiamo nello spazio dedicato al vintage del n. 25 di Drumset Mag, in edicola a Giugno 2014, è un rullante legato a un endorser d’eccezione, il mitico Max Roach. Da lui venne la richiesta fatta alla Gretsch di realizzare un modello di rullante dal fusto basso, e fu così che nacque nel finire degli anni ’40, con i blocchetti tube lugs e l’altezza di 4 pollici x 14 di diametro, il primo modello a suo nome. (Leggi tutto >>)

Ho letto con il consueto interesse la rubrica di aprile di Vincenzo Martorella (Drumset Mag n. 23, Aprile 2014, pagina 82) sulla classifica dei migliori 50 batteristi secondo la rivista USA Modern Drummer. Da attento lettore del magazine americano (e avido collezionista, possedendo tutti i numeri dal primo a oggi), non ho provato meraviglia alcuna nel leggere la classifica. È un gioco e tale rimane e, come spesso succede in questi frangenti, le scelte sono spesso emozionali e contingenti a seconda delle mode e di vari ‘fattori x’. (Leggi tutto>>)

Da qualche mese è disponibile la versione 2.0 di un best seller della percussione elettronica. Otto superfici, oggi totalmente esenti dal fenomeno del cross talking, con un’ottima risposta e una qualità della gomma superiore rispetto a quella delle precedenti edizioni (il feeling al tocco della bacchetta è notevolmente migliorato). (Leggi tutto >>)

Una delle batterie più vendute e celebri della storia della Ludwig è oggetto dell’articolo dedicato al vintage che pubblichiamo sul numero 20 di Drumset Mag, in edicola a Gennaio 2014. Pur se le dimensioni sembrano indicarla per un uso jazzistico (cassa da 20″ x 14″, tom da 12″ x 8″ e floor tom da 14″ x 14″, rullante da 14″ x 4″), il modello Down Beat fu utilizzato ben oltre i confini del jazz per diventare, insieme al modello Super Classic, e forse al modello Big Beat, uno dei set più venduti della storia della ditta di Chicago. (Leggi tutto >>)

Una batteria Three Ply Shell, cioè dai fusti a tre strati, acero – pioppo – acero, una classica Gretsch Broadkaster con cassa da 22 x 14, rullante 14 x 6,5, rack tom 13 x 9 e floor tom 16 x 16 (misure in pollici), finitura Midnigth Blue Sky e cerchi stick chopper a flangia singola, con eccezione del rullante che ha un cerchio die-cast molto sottile. Di questo Bop Set parliamo sul n. 19 di Drumset Mag (Dicembre 2013) nella consueta rubrica dedicata al vintage. (Leggi tutto >>)

Sul n. 19 di Drumset Mag (in edicola a Dicembre 2013) il nostro Antonio Di Lorenzo ha testato alcuni accessori utili non solo ai percussionisti, ma anche ai batteristi. Si tratta della Stick Ball, per accoppiare alle bacchette il suono della maracas; del Jingle Shake, invenzione di Pete Enghelarth, che ricrea un suono simil-maracas, un incrocio tra maracas e tamburine dotato dei piattini di metallo più ‘rumorosi’ esistenti in commercio. (Leggi tutto >>)

Alcune batterie segnano un’epoca, altre rimangono nella storia della musica come immagini iconiche che superano i loro anni ruggenti per diventare il simbolo di un momento musicale: la Slingerland Radio King è uno di questi strumenti e ne parliamo diffusamente sul numero 18 di Drumset Mag, in edicola a novembre 2013. (Leggi tutto >>)