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Mike Portnoy – I grooves dei Flying Colors

Written by Edoardo Sala. Posted in Paper2Media, Tutorial

Una delle nuove creature di Mike Portnoy, protagonista della cover story di Drumset Mag di novembre 2012, sono i Flying Colors, band messa su insieme ai fratelli Morse. “Con i Flying Colors abbiamo forti influenze pop – racconta Portnoy nell’intervista pubblicata sul nostro mensile – al contrario dell’heavy metal moderno in cui ci siamo cimentati con gli Adrenaline Mob”. Con questa band Portnoy impiega praticamente lo stesso set che usa con i Transatlantic: cassa singola con doppio pedale, tre tom e due floor. Non mancano i tempi dispari tanto cari al batterista di New York, né le sorprese, a partire dalla bluesy “Fool in My Heart” – cantata quasi interamente dallo stesso Mike con risultati soddisfacenti – alla moderna “Shoulda Coulda Woulda”, per passare a momenti fortemente influenzati da Deep Purple – l’opener “Blue Ocean” – o dai Beatles, nei brani centrali del disco.

I grooves di Nick Menza

Written by Edoardo Sala. Posted in Paper2Media, Tutorial

Il 14 luglio 1992 esce per Capitol Records Countdown to Extinction dei Megadeath, disco che guadagnerà ben due dischi di platino, una nomination ai Grammy Awards nel 1993 e – cosa unica in campo heavy metal – il riconoscimento dallo Humane Society‘s Genesis Award. Alla batteria Nick Menza, nato in terra tedesca, a Monaco, nel 1964 dal noto sassofonista e compositore Don Menza. Nei suoi dieci anni di Megadeth, Nick diviene famoso per la potenza dei suoi groove e per il mastodontico setup montato sul Greg Voelker Rack System, sistema tubolare già usato in precedenza da artisti quali Aldridge, Joe Franco e Rod Morgenstein. In questo video, collegato all’articolo pubblicato sul numero di Novembre 2012 di Drumset Mag, l’esecuzione dei grooves di Countdown to Extinction (le partiture le trovate sulla rivista).

Before I Forget, Pantera – I groove di Vulgar Display of Power

Written by Edoardo Sala. Posted in Paper2Media, Tutorial

Per la rubrica che su Drumset Mag dedichiamo agli anniversari di alcuni storici dischi rock e metal, questo mese ci siamo occupati di un LP a firma Pantera, pubblicato il 25 febbraio 1992 per la ATCO Records. Vulgar Display of Power è l’atto di nascita del groove metal, un disco eccezionale in tutti i suoi aspetti, dal quale sarebbero stati tratti ben cinque singoli: la potente “Mouth for War” e le più delicate “This Love” e “Hollow” nel 1992, “Walk” nel 1993 (dal groove accattivante, è il massimo ‘tormentone’ della band, tuttora ballato nelle discoteche rock e ora disponibile in versione digitale) e, per questo ventesimo anniversario, “Piss”. Il batterista della band, Vinnie Paul, è da sempre legato al suo drumset a doppia cassa dai fusti enormi e trigger sempre attivati. Divenuto negli ultimi anni uno dei maggiori sponsor del marchio americano ddrum, Paul ha collaborato alla creazione di un set signature con tanto di hardware e pedali. Questo il suo set up attuale
Batteria Ddrum Vinnie Paul signature, finitura Dragon:
• 24” x 24” bass drums (due)
• 14” x 14” tom
• 15” x 15” tom
• 18” x 18” floor tom
• 14” x 8” signature snare drum
Piatti Sabian
• 12″ Ice bell
• 14″ AAX Metal Hi-Hats
• 18″ Hand Hammered Rock Crash
• 20″ AA Chinese
• 19″ AA Rock Crash
• 19″ AA Metal-X Crash
• 22″ Hand Hammered Power Bell Ride
• 20″ AA Chinese
• 14″ AA Rock Hi-Hats
• 20″ AA Metal-X Crash
Bacchette Vic Firth American Classic Vinnie Paul signature model
Vinnie Paul usa inoltre pelli Evans, elettronica Roland, battenti per pedali Danmar in legno e microfoni Shure.

Rullanti Ludwig Epic Centurian e Jim Riley Signature

Written by Edoardo Sala. Posted in Paper2Media, Test, Tools

Oggetto di un approfondito test pubblicato sul n. 5 di Drumset Mag (settembre 2012), vi proponiamo in questo video la prova ‘suonata’ di questi due rullanti appartenenti alla linea semi-professionale del marchio americano (e quindi prodotti in Taiwan). L’Epic Centurian, profondo 6,5 pollici,  è in legno (African Sapele con rinforzi in acero per la precisione), mentre il secondo raggiunge gli 8” di altezza e presenta una finitura lucida e serigrafata sopra un fusto in puro acciaio. Due strumenti con un suono, un’estetica e un’anima molto diversi, ma accomunati da un ottimo rapporto qualità/prezzo.

Il Black Magic Jim Riley da 14” x 8”: è firmato da Jim Riley, batterista nato a Boston, certo non conosciuto in Italia quanto in terra statunitense, dove è assai attivo come turnista e docente. Dopo aver suonato nella Greater Boston Youth Orchestra prima e nella Massachusetts Wind Esnsemble poi, durante le scuole superiori studia timpani e partecipa al Jazz Program, trovando il tempo di vincere ben cinque campionati nazionali di marching band con la NT Drumline. Una volta diplomato riceve immediatamente la cattedra presso una scuola a Coppell, in Texas, ma dopo solo un anno Jim decide di muoversi per cercare di dare una svolta alla propria carriera da musicista, prima a Kansas City e poi a Nashville, luogo dove iniziano i primi veri lavori da turnista. La svolta arriva nel 2000 con l’ingresso nella country band Rascal Flatts, una vera e proprio macchina da palco con oltre venti milioni di copie vendute e relativi acclamati tour. Nel 2007 fonda The Drum Dojo, uno studio con lezioni di percussioni per ogni età e l’inizio di una fortunata carriera di clinic sul suolo americano. http://www.jimrileymusic.com/

Iron Maiden – The Number of the Beast

Written by Edoardo Sala. Posted in Paper2Media, Tutorial

Nel numero di settembre 2012 di Drumset Mag ha fatto la sua comparsa una nuova rubrica, Before I Forget, in cui si analizzano alcuni degli album storici del metal e se ne trascrivono i groove. Abbiamo iniziato con questo album degli Iron Maiden, uscito il 22 marzo 1982, poco più di 30 anni or sono.
Subito acclamato dalla critica dei tempi come il miglior album della storia del genere, è il primo disco della band britannica a raggiungere il primo posto nelle classifiche, senza contare la certificazione di disco di platino negli USA e il successo dei video dei singoli “Run to the Hills” e della stessa “The Number of the Beast”, uniche occasioni di vedere immortalato il primo batterista ufficiale – ma quarto nella reale storia della band – Clive Burr, autore di una intro tanto semplice quanto efficace e riconoscibile anche a distanza di 30 anni.
L’album fu prodotto da Martin Birch e registrato presso i Battery Studios di Londra. Artwork disegnato da Derek Riggs.
La formazione: Bruce Dickinson, voce; Dave Murray e Adrian Smith, chitarre, Steve Harris, basso; Clive Burr, batteria.

Follow You Home Intro

Written by Edoardo Sala. Posted in Paper2Media, Tutorial

La luce dei riflettori di Drumset Mag si è accesa su Daniel Adair nel numero 4 della rivista (luglio/agosto 2012). Nella prima sezione Stolen Moments dedicata al batterista di Nickelback, Martone e altri, il nostro collaboratore Mauro Porcu ha trascritto per voi l’intro di “Follow You Home”, tratta dall’album “All the Right Reasons”. A questo proposito lo stesso Adair ha dichiarato: “Ho avuto la possibilità di aprire l’album All the Right Reasons con un lavoro di doppia cassa à la Donati, che è una specie di proclama: “salve, sono il nuovo batterista!”. Non c’è che dire , davvero un bel biglietto da visita. Buono studio…

I Groove Di Daniel Adair

Written by Edoardo Sala. Posted in Musicians, Paper2Media, Tutorial

La copertina del numero di luglio/agosto di Drumset Mag (n. 4) è dedicata a Daniel Adair, del quale abbiamo trascritto alcuni groove tratti da due cd della band Nickelback: All the Right Reasons del 2007 e Black Horse del 2008. Da questi album abbiamo tratto i groove relativi ai brani S.E.X e Photograph di cui si parla nei video collegati a questo articolo.

Photogallery

I groove di Ray Luzier

Written by Edoardo Sala. Posted in Paper2Media, Tutorial

Anticipata diversi mesi prima dallo spiazzante singolo “Get Up!”, l’ultima fatica dei Korn per Roadrunner Records, The Path Of Totality, non poteva che dividere la numerosa schiera di fan che da anni segue gli inventori di un certo modo di suonare nu metal, visto il tentativo di affidare le sorti del disco ai migliori Dj DubStep.

Esaltato dall’umanità di un grande batterista quale Ray Luzier, il suono di batteria ‘pompa’ al punto giusto senza risultare finto; spogliata dei samples rimane un’ottima prova, batteristica, moderna e piena di idee e pad elettronici…

I tre groove esaminati sono quelli dei due singoli, rispettivamente “Get Up” e “Narcisistic Cannibal”, e di “Chaos Lives in Everything”. Buon divertimento!

 

 

 

 

 

 

I Groove di Glen Sobel

Written by Edoardo Sala. Posted in Musicians, Paper2Media, Tutorial


Nonostante la relativa poca fama di cui gode in Italia, il batterista nativo di Los Angeles ha un curriculum vastissimo, dal quale emergono le collaborazioni con Alice Cooper, Paul Gilbert, Jennifer Batten e tanti altri…
Di tutto questo e della sua mentalità aperta Sobel parla nell’intervista pubblicata sul numero di maggio 2012 di Drumset Mag. In questo breve articolo per il nostro sito gli abbiamo invece chiesto qualcosa a proposito della sua collaborazione con un famosissimo musicista italiano.
Com’è nata la collaborazione con Vasco Rossi? E che esperienza è stata?
Suonare con Vasco è stata una bellissima avventura – la mia prima volta in Italia – nonché il tipico esempio di situazione dovuta a un buon rapporto lavorativo e personale con i colleghi di lavoro. Ricordo di essere stato chiamato la sera di mercoledì 8 settembre dal produttore Saverio Principini, con il quale avevo lavorato anni prima a LA: Matt Laug aveva dei problemi fisici e se avessi accettato l’ingaggio, il sabato successivo avrei dovuto suonare davanti a 40.000 persone! Conoscevo Vasco solo di nome, a LA è famoso per aver portato in Italia batteristi di rilievo come Aronoff, Castronovo, Colaiuta; era quindi un’occasione che non potevo perdere, anche solo per rispetto nei confronti di chi mi considerava all’altezza della situazione.
Dove hai fatto la prima data con Vasco?
In uno stadio in Sardegna, un posto meraviglioso e pieno di gente; abbiamo avuto solo tre giorni effettivi di prove prima dello show, perché tutta la produzione andava poi portata sul palco vero e proprio. Ricordo le persone accanto a me giustamente molto tese il giorno del concerto, ma dopo le prime due canzoni suonate senza problemi tutto è filato via liscio. Avevo le mie trascrizioni di fianco nel caso di vuoti di memoria, ma ero conscio di aver fatto bene i compiti a casa ed ero sicuro di quelli che stavo facendo. Entrare in una band a tour iniziato è sempre più difficile, gli altri membri del gruppo si erano abituati ai fill e ai groove di Matt Laug, dovevo cercare di suonare come lui, non potevo imporre il mio stile.
Come hai fatto a studiare in soli tre giorni lo stile di Matt?
Mi hanno mandato le registrazioni degli show precedenti e ho trascritto i passaggi fondamentali; tutto lo staff di Vasco si è dimostrato disponibile e gentile con me, in più la presenza di un amico come Stef Burns ha agevolato molto le cose. Molti amici stasera verranno infatti a vedermi con Alice Cooper: devo ammettere che siete un popolo meraviglioso!
Nel video che segue, alcuni groove di Glen Sobel, la cui trascrizione è pubblicata sul numero 2 di Drumset Mag.

Ludwig Epic Euro Lacquer – Test – Sound Check di Edoardo Sala

Written by Edoardo Sala. Posted in Paper2Media, Test, Tools

Linea made in China di medio prezzo, la Epic è una batteria costruita con legni pregiati, essendo i suoi fusti realizzati tramite due fogli interni di acero rivestiti internamente ed esternamente di altrettanti strati di betulla e viene proposta in cinque set preconfezionati con diverse finiture laccate e  hardware cromato oppure color bronzo.

Abbiamo provato un set Natural Black Burst con hardware bronzato nella configurazione chiamata Euro, con cassa da 22” x 18”, tom 10” x 8” e 12” x 9”, tom a terra 14” x 14” e 16” x 16” più rullante abbinato in legno da 14” x 6,5”. I fusti montano i nuovi blocchetti Keystone, gli stessi dell’omonima serie professionale americana di casa Ludwig.

La Epic si dimostra un ottimo set, soprattutto se pensato per una grande attività live; dopo diverse ore di ‘torture’ i fusti reggono perfettamente l’accordatura, a patto di un cambio di pelli battenti (abbiamo optato per un set rock con delle doppio strato tipo Emperor). I tom – sospesi o a terra – si dimostrano molto versatili e privi di fastidiosi armonici, con una buona tenuta anche ad accordature ‘estreme’ e un volume ben bilanciato con il resto del set. La cassa è dotata di ottimi bassi; dopo aver forato la pelle risonante è risultata pronta all’uso senza il bisogno di ulteriori accorgimenti per stoppare il suono. Il rullante si dimostra nell’insieme buono, soprattutto nel volume del rimshot, mentre pecca leggermente di sensibilità se suonato a volumi bassi.
La batteria Ludwig Epic Euro Lacquer è distribuita da Aramini Strumenti Musicali.

Video del Sound Check

Fotogallery

  • Epic Series Pro Beat Kit in Celestial Blue with Smokey-Chrome Hardware
  • Euro Shell Pack in Oliveburst Lacquer with Vintage Bronze Hardware
  • Funk Shell Pack in Mahogany Burst Lacquer with Vintage Bronze Hardware
  • Funk Shell Pack in Natural Birch Lacquer with Smokey Chrome Hardware
  • Power Shell pack in Transparent Black Lacquer with Smokey Chrome Hardware

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