Alfiere da oltre quindici anni del power metal tedesco con i Grave Digger, Arnold è uno di quegli artisti che fanno di velocità, solidità e precisione un vero e proprio stile di vita.
Intervistato sul n. 21 di Drumset Mag (Febbraio 2014), il batterista teutonico ci ha raccontato i suoi inizi, il suo percorso da autodidatta, la sua facilità ad andare veloce con la doppia cassa e tanto altro ancora. (Leggi tutto >>)
Andrea Vadrucci (alias Vadrum), classe 1983, è riuscito ad arrivare al cuore di uno straordinario numero di persone in tutto il mondo. Il suo canale YouTube ha superato i 70 milioni di visite ed è il primo per numero di iscrizioni tra i canali musicali italiani. Nel 2011 ha pubblicato Classical Drumming, album registrato al Teatro Paisiello di Lecce con un’orchestra sinfonica di 36 elementi, il cui primo brano è proprio l’Ouverture del William Tell, il primo esperimento di Vadrum con la musica classica. (Leggi tutto >>)
I groove suonati dal grandissimo Cozy Powell sul disco numero quattordici dei padri fondatori dell’Heavy Metal sono trascritti nella rubrica Before I Forget pubblicata sul n. 20 di Drumset Mag, in edicola a Gennaio 2014. Proprio in occasione del tour per il lancio di questo album i Black Sabbath furono fra i primi a potersi esibire nella Russia dalle frontiere aperte, con ben 25 show fra Mosca e Leningrado. (Leggi tutto >>)
Sul numero 20 di Drumset Mag, in edicola a Gennaio 2014, troverete la trascrizione del groove e di qualche lick tratti da “Twist“, una delle tracce strumentali comprese nel cd solista di Benny Greb del 2005 intitolato Grebfruit (disponibile / ascoltabile in streaming attraverso le piattaforme per l’acquisto e lo sharing di musica online come iTunes, Spotify o Groovechart). (Leggi tutto >>)
Con il secondo e conclusivo articolo di questa rubrica didattica, pubblicato sul n. 19 di Drumset Mag, in edicola a Dicembre 2013, continuiamo a vedere come ricavare dei groove da un fraseggio sul rullante in sedicesimi. In particolare si applica tale studio a degli accenti dispari in fraseggi pari (tre nel quattro e cinque nel quattro), da eseguire in tre step… (Leggi tutto >>)
Per il consueto appuntamento con i dischi storici in ambito metal e hard rock, nella rubrica Before I Forget pubblicata sul numero 19 di Drumset Mag (Dicembre 2013) ci occupiamo dell’album Obsolete del 1998 della band Fear Factory (disco d’oro in USA!). (Leggi tutto >>)
La copertina del n. 19 di Drumset Mag (in edicola a Dicembre 2013) è dedicata a Joey Jordison, famoso soprattutto per essere il batterista dei pluripremiati Slipknot. Dopo averci deliziato negli scorsi anni con progetti in cui suonava la chitarra – Murderdolls – e in diversi tour da turnista – Korn, Ministry, Satyricon – Joey si è di recente presentato sul mercato discografico, oltre che come batterista, come compositore. (Leggi tutto >>)
La SonicReality, ha recentemente presentato una collezione di suoni dedicata a NeilPeart, la leggenda che siede dietro ai tamburi dei Rush. Il Volume 1 è dedicato alla digitalizzazione dei suoni del set usato sul CD “Snakes & Arrows”. I suoni sono stati registrati negli studi californiani della DrumChannel, dal produttore Nick Raskulinecz (Rush, Foo Fighters, Alice In Chains), usando microfoni e tecnologie allo stato dell’arte. (Leggi tutto>>)
Questo album del 1993, il terzo nella discografia della band di Amburgo, è protagonista dell’appuntamento mensile con i dischi storici del metal e dell’hard rock curato su Drumset Mag da Edoardo Sala. (Leggi tutto >>)
Intervistato sul n. 18 di Drumset Mag, il musicista brasiliano di evidenti origini italiane è noto al grande pubblico soprattutto per la militanza negli Angra, e in particolare per l’incredibile lavoro di batteria e percussioni svolto sul secondo disco della band, Holy Land. (Leggi tutto >>)
Quindici anni or sono usciva uno dei dischi fondamentali della band Blind Guardian: proveniente dalla città di Krefeld, nell’allora Germania dell’Ovest, formazione fondamentale nella scena power metal. Nightfall è un concept-album basato sul libro di Tolkien intitolato Il Silmarillion, opera postuma del letterato inglese, ma fondamentale per la nascita del mondo di Il Signore degli Anelli. (Leggi tutto >>)
Nel numero di giugno 2013 di Drumset Mag vi parlo dell’utilizzo sulla batteria di un ritmo indiano, che può essere applicato a qualsiasi genere musicale e, all’interno di un brano, può essere alternato al ritmo di base o anche utilizzato in un’eventuale parte di improvvisazione. Con tale ritmo, quindi, possiamo variare, cambiare e persino stravolgere qualunque brano. (Leggi tutto>>)
Uno dei momenti piu stressanti di un concerto può rivelarsi il soundcheck, il momento in cui il fonico ti dice: di suonare tutta la batteria. Negli anni ho capito quello che i fonici desiderano di più in quei pochi minuti, e sul numero di giugno 2013 di Drumset Mag ve lo spiego. (Leggi tutto>>)
Nell’articolo didattico pubblicato sul numero di maggio 2013 di Drumset Mag si suggerisce un approccio all’argomento poliritmia. Sul giornale sono riportate le trascrizioni di sette esempi o esercizi da sviluppare: i primi quattro sono più semplici, mentre gli esempi n. 5 , 6 e 7 si complicano un pò (naturalmente se ne possono creare di infiniti… (Leggi tutto>>)
Inauguriamo questa settimana una serie di lezioni tratte dal catalogo DrumGuru, la rivoluzionaria App da poco lanciata sul mercato, e ideata da Rob Wallis, una delle menti che sta dietro alla Hudson Music. In questa serie avremo la fortuna di proprorvi diverse lezioni completamente gratuite da parte di alcuni tra i più grandi eroi del batterismo internazionale. L’inizio (assolutamente d’eccezione) spetta al grandissimo SteveGadd… (Leggi tutto>>)
I groove solidi ed efficaci di Kramer hanno costituito da sempre la colonna vertebrale del quintetto, ma il suo contributo non si è limitato alla sola propulsione ritmica, essendo accreditato anche come autore di alcuni brani degli Aerosmith. A proposito del suo ruolo di batterista Kramer dice: “Durante i concerti il mio ruolo è quello della ‘nave madre’: io sto al centro del palco e sono lì affinché tutti si appoggino a me. Il mio lavoro è tenere lo show sul giusto binario evitando che la situazione deragli. È una responsabilità che mi sono sempre assunto negli anni. Mi piace essere affidabile…”. E ancora: “Quello che cerco di fare è ideare sempre una buona traccia di batteria sulla quale costruire il brano, dando più importanza a ‘come’ si suona rispetto a ‘quanto’ si suona. Contribuisco a creare il feel e contemporaneamente fornisco ai ragazzi quanti più appigli possibile ai quali ‘appendere il loro cappello’. Credo di esserci riuscito abbastanza bene nel corso degli anni”.
Il brano “Earth DNA” è molto semplice dal punto di vista ritmico (è in 4/4) e, dal punto di vista dello stile, si presta a ogni tipo di esperimento. Nella rubrica didattica pubblicata sul numero di novembre 2012 di Drumset Mag affronto il tema della fluidità del portamento, proponendo un sistema per cui mantengo sempre costante il rullante sul 2 e 4 della battuta. Questa costante sonora porta a creare una specie di ‘moto perpetuo’ che aiuta decisamente a mantenere il portamento fluido sia a livello di suono sia a livello fisico, come risulta dalla versione del video con la batteria. Non dimenticate comunque mai le due cose più importanti e cioè: suonare essendo il più musicali possibile e, soprattutto, divertirsi! Earth DNA Full Mix
Hola e ben tornati. Nella rubrica didattica pubblicata su Drumset Mag di novembre 2012 provo a spiegarvi come si può avere un bel groove, ricorrendo a quanto mi ha raccontato Luca Bignardi, amico e grande ingegnere del suono, produttore e arrangiatore, che ha registrato i più grandi batteristi al mondo. Il segreto del loro groove consiste nell’anticipare il levare dell’hi-hat…
In questo video vengono mostrate le esecuzioni a velocità rallentata e reale di tre groove tra i più rappresentativi dello stile di Steve Jordan. Per una migliore comprensione e per lo studio nota per nota, sono state inserite le trascrizioni di ogni singolo groove. I brani scelti sono tutti tratti dal repertorio di JohnMayer.
Waiting On The World To Change
In questo brano, tratto da Continuum di John Mayer (2006), Jordan esegue un groove tipicamente R&B, che deriva da quello suonato da Billy Griffin nel brano We’re A Winner degli Impressions di Curtis Mayfield (1967). La particolarità del brano sta nel fatto che la prima parte viene suonata marcando gli ottavi sul ride senza interpretazione, mentre la seconda parte viene suonata in terzine. Nella seconda misura del groove il back beat viene spostato sul levare del quarto movimento, creando così un effetto di sospensione davvero notevole.
Wait Until Tomorrow
In questo brano tratto dal repertorio del trio di John Mayer, e più precisamente dal CD live Try! (2005), Steve affronta con grande grinta un groove abbastanza stretto e difficile da suonare con la giusta precisione proprio perché cassa e rullante si rispondono senza tregua in un’atmosfera super funk. Il suono del rullante, molto tirato, definisce il suono di questo groove.
I Got A Woman
Sempre tratto da Try!, questo brano è stato scritto da Ray Charles e Renald Richard, ed è stato pubblicato come singolo nel 1954. Il groove pesca a piene mani nella tradizione R&B/Soul e viene suonato interpretando tutte le note trascritte in un modo che viene definito “swung”, una via di mezzo tra l’interpretazione tradizionale in terzine e le note suonate “dritte”, senza alcuna interpretazione. Questo modo di suonare deriva direttamente dal genere New Orleans/2nd Line. Lo hi-hat è suonato con una leggera apertura, mentre il backbeat sul secondo movimento è seguito da un altro accento sul relativo levare. Irresistibile.
A soli 27 anni aveva già un curriculum di rilievo, diventato importantissimo quando ha ricevuto la chiamata per occupare lo sgabello del gruppo di musica leggera più longevo e famoso d’Italia, i Pooh. Un ruolo delicato, anche perché dopo l’abbandono dello storico Stefano D’Orazio Phil si è trovato a sostituire un grandissimo batterista quale Steve Ferrone. Ma il giovane musicista originario dell’Alta Badia non solo ha dimostrato di avere le carte in regola per quel lavoro, ma anche di avere tanto altro da dire in altri e per certi versi più impegnativi contesti musicali.
Sul numero di maggio di Drumset Mag Phil Mer ha trascritto le prime battute di un suo solo (“Delay Groove”) in cui emula l’effetto del delay riproducendolo ‘artigianalmente’ sul rullante. Di “Delay Groove” trovate il file audio con l’esecuzione della parte trascritta sulla rivista, mentre nel video collegato a questo articolo Phil Mer improvvisa su una base di basso e batteria da lui stesso suonati, mettendo in pratica alcune delle idee esposte nella sua intervista a Drumset Mag. Il brano si intitola “Naso”. Buon divertimento.
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