Lo studio che vi propongo per questa rubrica è tratto dal mio libro didattico intitolato Different Inspiration, pubblicato recentemente dalle Edizioni Curci, un metodo particolarmente indicato per chi volesse approfondire la conoscenza del genere funk/fusion. Ho pensato di sottoporvi quanto pubblicato a pagina 37, con l’applicazione in trentaduesimi del paradiddle e delle sue permutazioni all’interno di un accompagnamento funk binario in 4/4 (Leggi Tutto >>)
Il brano che ha portato al successo gli Spin Doctors agli inizi degli anni ’90, suonato con una grande logica ritmica e con un bellissimo ‘tiro’. Merito di Aaron Comess, che all’epoca si fece notare per la bella postura, per i movimenti decisi, puliti e lineari e la sua impugnatura jazzistica (Leggi Tutto >>)
Nel video collegato parliamo delle sestine di sedicesimi con una serie di esercizi da eseguire sul pad. Ci sono molte diteggiature che è possibile usare (per diteggiatura intendiamo la sequenza delle mani che usiamo per suonare qualsiasi rudimento): io vi consiglio degli esercizi perché ‘fanno girare’ più o meno tutte quelle più usate! (Leggi Tutto >>)
Torniamo a occuparci di tecnica, ovviamente applicata ai fill, e parliamo delle sestine di sedicesimi. Nel primo dei due video dedicati all’argomento analizziamo alcuni fill in sestine suonati da Lele Melotti, Alfredo Golino, Anika Nilles e Dave Weckl (Leggi Tutto >>)
Strumento entry level della nota casa americana, assicura buone prestazioni a prezzi abbordabili. Pur nella sua semplicità ha un aspetto elegante e accattivante, facile da suonare e versatile nella sonorità. Le dimensioni non sono quelle standard, anche se molto prossime a queste ultime (Leggi Tutto >>)
Il progetto Soundworks della Tama include una linea di sei rullanti realizzati con tre materiali differenti, con lo scopo di mettere sul mercato strumenti in grado di combinare qualità e accessibilità di prezzo. La nuova serie include due modelli in acero, rispettivamente da 12” x 5.5” e 14” x 6.5” (Leggi Tutto >>)
Abbiamo testato la Drumsound Rebel anche dal vivo. Il brano ripreso in video si intitola “Il sognatore”, è di Beppi Menozzi ed è suonato dalla prog band Jus Primae Noctis (Marco Fehmer e Pietro Balbi chitarre, Beppi Menozzi tastiere, Giovani Bottino basso, Mario Riggio batteria) al Teatro della Tosse di Genova, sala La Claque (Leggi Tutto >>)
Abbiamo provato la Drumsound Rebel in diverse condizioni. Lo strumento è una All Birch, finitura Natural WBS (Water Basic Satin). Le misure dei tom sono 12” x 8”, 13” x 10”, timpani 14” x 13” e 16” x 15”, cassa 22” x 17”. L’estetica è molto naturale, la finitura mostra un legno molto chiaro protetto da una vernice neutra. Il sistema di sospensione dei tom è il classico Drumsound con braccetti cromati, le pelli in prova sono Remo sulla battente ed Evans sulla riflettente.
Innanzi tutto lavoriamo in acustico. La prova riguarda grancassa, due tom e due timpani. In una prima fase le pelli sono state aiutate da dei Moongel, per limitare le armoniche. Nel video potete ascoltare l’audio ripreso da due overhead Takstar DMS-7AS e dal microfono stereo della telecamera Sony HDR CX 900E, usato come ambiente, nel rapporto di 85 a 15. Il test prosegue con le pelli libere da sordine e, in seguito, stressando le accordature. Per i tom abbiamo tirato le pelli fino a ottenere un realistico effetto timbales. Per i timpani si è lavorato in maniera opposta, mollando le viti tendipelle fino a quando non è stato possibile girarle anche senza chiavetta. I due tamburi da 14” e 16” suonati in questo modo hanno dato vita a un suono tipo paper drums, ma con un grande sustain di fondo. Riavvitando un po’ si ottengono bassi da low end con una versatilità da timpani classici. Peculiarità della Rebel, dovuta al ricalcolo del diametro avvenuto in fabbrica, è che non si creano pieghe, grazie alla perfetta aderenza della pelle al cerchio, consentendo così accordature molto lente mantenendo la superficie perfettamente piatta. Questo si traduce nella possibilità di avere un buon rimbalzo, che permette una maggiore velocità nelle esecuzioni.
La cassa ha un suono, corposo, ricco di frequenze e capace di scendere in basso. Dopo qualche tentativo di accordatura, arrivato fino a tendere la pelle ai limiti della rigidità, si è utilizzata una sordina per attutire le vibrazioni, ma resta la percezione subsonica, unita a una precisione chirurgica (Leggi Tutto >>)
La recente prima barese di Art No War 10, concerto per nove percussionisti e orchestra – eseguito con l’Orchestra sinfonica di Bari diretta da Giovanni Rinaldi, il marimbista Claudio Santangelo e alcuni giovani talenti forgiati alla sua scuola – ci ha offerto l’occasione per parlare con il percussionista e compositore pugliese della sua ricerca (Leggi Tutto >>)
Il batterista napoletano, barese di adozione, ha da poco pubblicato un nuovo lavoro discografico – il secondo – realizzato in compagnia del sassofonista Gianni Bardaro. Un lavoro che ha come direzione obbligatoria l’energia pura.
Pubblicato per la prestigiosa etichetta Verve Italy, il disco comprende nove brani inediti, registrati dal vivo in quintetto, che tracciano un percorso musicale fusion, capace di trascinare l’ascoltatore in un flusso in continuo divenire (Leggi Tutto >>)
Torniamo per un momento indietro di 30 anni, quando nel bel mezzo degli Ottanta il cantante di una una band già piuttosto famosa in Svezia ripropone un semplice motivetto scritto anni prima per una discoteca chiamata Galaxy; il resto della band rimane affascinato e, nonostante varie vicissitudini che ne rallentarono il processo di realizzazione, The Final Countdown divenne un vero successo planetario (Leggi Tutto >>)
Lo storico batterista degli Europe, subentrato nel 1984 a Tony Reno, ci ha parlato ovviamente di The Final Countdown, album che ha festeggiato i suoi primi 30 anni, e del modo in cui venivano fatti i suoni di batteria in quel periodo.
Nel video collegato all’articolo, girato in Svezia, a Stoccolma, il 25 settembre 2015, Haugland esegue il suo assolo durante un concerto degli Europe aggiungendo la batteria all’Overture del Guglielmo Tell di Gioacchino Rossini. (Leggi Tutto >>)
Foto di Roberto Villani
Conosciuto soprattutto per essere il batterista degli Spin Doctors, Aaron Comess è anche un apprezzato produttore e compositore, oltre che musicista molto impegnato sia come leader di proprie band sia come session man per artisti attivi in diversi generi musicali.
Da poco Comess ha pubblicato l’ennesimo album solista in trio, intitolato Live 2016. Accanto a lui gli ottimi Richard Hammond al basso elettrico e Teddy Kumpel alla chitarra, presenti al fianco di Comess anche nel concerto al Blue Note di New York del 27 dicembre 2013 cui si riferisce il video collegato (Leggi Tutto >>)
Proviamo a suonare in maniera ‘interattiva’, facendo seguire a una piccola frase ritmica – un frammento del pattern di base del Songo, così come è stato creato da José Luis Quintana, “Changuito” – un breve segmento improvvisato. Il video collegato a questo esempio fa parte del materiale del mio libro A World of Rhythmic Possibilities, prodotto e distribuito dalla Dafnison Music. (Leggi Tutto >>)
Originario di Santa Clara, Cuba, dov’è nato nel 1974, Dafnis Prieto è un musicista completo, raffinato compositore oltre che specialista del suo strumento, piuttosto lontano dallo stereotipo del batterista latin al quale siamo stati abituati da quando la scena musicale mondiale ha iniziato a popolarsi di alcuni grandissimi talenti provenienti dall’isola caraibica.
Nel primo video collegato all’articolo Dafnis Prieto esegue “Blah Blah”, brano che fa parte del suo ultimo disco solista, Triangles & Circles (Dafnison Music, 2015); con lui ci sono Peter Apfelbaum al sax soprano, Manuel Valera al pianoforte e Johannes Weidenmuller al basso elettrico.
Il secondo video è invece un filmato realizzato per promuovere il libro appena pubblicato dal batterista cubano, A World of Rhythmic Possibilities (Leggi Tutto >>)
Leggi gratis Drumset Mag n. 47 di Giugno 2016, con Spotlight su Spotlight su DAFNIS PRIETO – Un Mondo di Possibilità Ritmiche .
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