In Piemonte abbiamo la fortuna di avere un artigiano innovativo, scrupoloso, iperattivo, che ha deciso di dedicarsi alla produzione di mallets. Il suo nome è Alessandro Pellegrino e le sue bacchette sono marcate AP Instrument.
Nel video collegato possiamo apprezzare il M° Simone Rubino che suona con le bacchette AP (Leggi Tutto >>)
Siamo andati a far visita al laboratorio delle batterie Steeldrum di Marco Stella, a Gravellona Toce (Verbania-Piemonte). In questi anni ho acquistato diversi suoi rullanti e li ho trovati sempre molto versatili. Posso garantire che la sua professionalità e la sua disponibilità vi potranno seguire passo dopo passo per realizzare il vostro strumento (Leggi Tutto >>)
Eccoci in estate, il sole le calde serate all’aperto… La rubrica meno ortodossa di Drumset Mag non può non affrontare la questione musica dal vivo. In un’intervista illuminante rilasciata al mitico Derek Bailey, Jerry Garcia – il leader (e chitarrista jazz borderline) dei Grateful Dead – parla dei deliri live della band, della magia, del caos, dell’ignoto e dell’improvvisazione.
“Non è esattamente qualcosa che creiamo, in un certo senso è lei che crea noi. Parlando dal punto di vista musicale non è che prendiamo davvero delle decisioni, e certamente non è qualcosa che discutiamo. È qualcosa che via via esplode!” . In un concerto registrato nel 1983 all’Auditorium Civico di San Francisco, i Grateful Dead si lasciano andare per ben 14 minuti su un tappeto percussivo libero. Suona molto anni ’80 come sound, ma la libertà che esprimono è fonte di ispirazione. Il delay sul balafon porta loro qualcosa che poi riutilizzano, a cui rispondono in qualche modo con un dialogo fitto e immaginifico. Balafon, tamburi a intonazione variabile (degli enormi rototom?) coinvolti in qualcosa che sembra una sgrammaticata improvvisazione… (Leggi Tutto >>)
Continua la nostra carrellata sui vibrafonisti nazionali dei quali si può andare fieri: polistrumentista molto preparato, Francesco Pinetti ha un modo suo di suonare, molto articolato nell’utilizzo dell’armonia (mai scontata); la sua mirabolante tecnica è usata a favore della musica, senza abusarne né renderla pesante.
Nel video collegato possiamo apprezzare il Quartetto di Francesco Pinetti nell’esecuzione di Escher’s Tune. Con il leader al vibrafono ci sono Luciano Zadro alla chitarra, Marco Mariniello al basso elettrico e Ivan Ciccarelli alla batteria (Leggi Tutto >>)
Questo mese, nella rubrica Unorthodox Behaviour che curo sulla rivista Drumset Mag, parliamo di scuola, di gruppo-classe, di apprendimento e soprattutto della cosa fondamentale per un ragazzo che vuole suonare le percussioni e la batteria: la passione.
Nel video collegato vi mostro l’Orchestra di Percussioni Waikiki, diretta dal grande Ney Rosauro, per farvi vedere i miei allievi in azione (Leggi Tutto >>)
Un girotondo di percussioni circondano Massimo da moltissimo tempo. Personalmente ho conosciuto il suo lavoro con Odwalla e l’ascolto dei primi lavori di quella band ha contribuito a far accendere la scintilla, che ancora oggi tiene accesa la mia immaginazione percussiva, con l’Orchestra di Percussioni Waikiki e tutto quello che ci gira intorno.
Nel video collegato all’articolo Barbiero è impegnato con il suo gruppo di percussioni Odwalla nell’esecuzione di “Il cappellaio matto”, brano inserito nel progetto speciale Uomo Invisibile. La registrazione è stata effettuata a Ivrea il 20 marzo 2015 (Leggi Tutto >>)
Nessun artista è un purista del proprio mestiere. Grandi pittori sono musicisti, grandi musicisti sono ballerini, grandi ballerini sono pittori, e viceversa (…).
Penso a Pollock, artista che adoro, quando ballava sulle tele mentre dipingeva, o ai nostri attualissimi Michele Rabbia e Roberto Dani e i loro fluidi movimenti mentre suonano o approcciano uno strumento nella performance in solo. A questo proposito vi propongo un video che ha come protagonista Roberto Dani e la sua Sequenza 1(Leggi Tutto >>)
Da qualche anno ha dato al vibrafono italiano un suono internazionale. Allievo di Daniele Di Gregorio, altro colosso del vibrafono jazz, ha raggiunto un ottimo livello sia come esecutore che come compositore. Sempre originale e con un acuto sense of humor, propone la sua musica ed ensemble di diversa estrazione. In questi anni è diventato un punto di riferimento per la nuova generazione di percussionisti, grazie ai corsi di vibrafono jazz tenuti al Conservatorio di Novara, Como e di Lugano (Leggi Tutto >>)
La rubrica Unorthodox Behaviour ogni tanto si apre a qualche ospite poco ortodosso; sul numero di Gennaio 2016 di Drumset Mag ho fatto qualche domanda a Francesco D’Auria, diplomato in Percussioni Classiche e in Musica Jazz, uno dei percussionisti che più incarna il mio modo di intendere il nostro strumento: fantasioso ricercatore, eclettico e multiforme. Da 30 anni suona, tra gli altri, con il Percussion Staff, un ensemble di percussioni che si muove tra brani originali e improvvisazione (Leggi Tutto >>)
Impossibile vedere/ascoltare una sua performance senza rimanere incuriositi dai suoni che riesce a produrre, utilizzando un set veramente atipico e non convenzionale. Per la rubrica meno ortodossa di Drumset MagintervistareSebastiano De Gennaro è un must. Il video collegato è il primo teaser del suo album All My Robots(Leggi Tutto >>)
Nella puntata natalizia della rubrica curata dal sottoscritto su DrumsetMag (n. 30, Dicembre 2014) vi parlo di confini, curve immateriali, limiti che noi ci inventiamo per delimitare, circoscrivere, magari anche proteggere quelle poche certezze che abbiamo. Bene, come il Grinch distrugge il Natale, io ora voglio eliminare i vostri confini! (Leggi tutto>>)
Nella sua consueta rubrica Davide Merlino ci ricorda che imparare a disporre i propri strumenti sul palco, con un po’ di esperienza, può diventare un aspetto divertente e può avere i suoi lati positivi. Per alcuni può addirittura diventare un momento di concentrazione intimo molto importante, che può dare maggior valore a quello che si suonerà poi durante il concerto. (Leggi tutto >>)
Il jazz, se troppo ‘pulitino‘, a volte mi lascia un po’ di amaro in bocca, come se mancasse qualcosa a quello che sto ascoltando. Un po’ di sporco e qualche graffio aiutano a dare spessore e ad aggiungere valore a quello che sentiamo. Insomma, il jazz per sua natura è contaminazione allo stato puro, è espressione dell’anima, è musica cangiante: quindi perché doverlo ridurre a incolore tecnicismo? Il jazz è musica improvvisata? Bene e allora questo deve essere! (Leggi tutto >>)
“Per l’artista invece la creazione è un flusso vitale a cui non può sottrarsi, un dolce frutto, un fiore profumato che titilla le sue papille sensoriali. Una droga, per alcuni”. Questo scrive Davide Merlino sul n. 19 di Drumset Mag (Dicembre 2013) nella sua rubrica mensile dedicata alle esperienze musicali poco ortodosse. (Leggi tutto >>)
La rubrica Unorthodox Behaviour curata da Davide Merlino si occupa nel numero di settembre 2013 di un grande percussionista senegalese, oramai in Italia da 25 anni, che incarna il concetto di world drumset, Dudù Kouate. Il suo set è infatti un’esplosione di colori e suoni, costruito intorno alle calebasse, che utilizza in modo poco ortodosso, sostituendosi a volte alla ritmica della batteria. (Leggi tutto >> )
Nella rubrica Unorthodox Behaviour curata da Davide Merlino, nel numero di maggio 2013 si fanno alcuni nomi di batteristi e percussionisti decisamente eterodossi, ossia che utilizzano i loro strumenti in modo poco convenzionale. Si possono percorrere diverse strade per ottener un risultato sensibile in questa direzione: lavorare sull’indipendenza dei quattro arti, in modo da poter produrre tutti gli incastri ritmici che possono interessare… (Leggi tutto>>)
Nella rubrica Unorthodox Behaviour pubblicata sul numero di Dicembre 2012 di Drumset Mag si parla di alcuni musicisti che hanno superato difficoltà ritenute insormontabili per superare barriere consolidate nel tempo. Ricordatevi che un musicista che ha voglia e coraggio di infrangere gli stereotipi è un esploratore di nuovi mondi. Un pazzo secondo alcuni, un visionario secondo altri, ma comunque qualcuno che si spinge in avanti. “Verso dove?” vi starete giustamente chiedendo… Be’, non si sa, ma il divertente è proprio questo! Nel video collegato a queste poche righe vi propongo una libera improvvisazione per vibrafono e bacchette poco ortodosse. Buon ascolto.
Batterista e storico dello strumento di fama internazionale, ChetFalzerano in questo video collegato alla rubrica Unorthodox Behaviour di novembre 2012 ci parla di un personaggio davvero fuori del comune. Billy Gladstone non è stato infatti solo uno dei migliori specialisti del rullante (a detta, tra gli altri, di Buddy Rich), ma anche un geniale inventore e costruttore (di interi drum set, rullanti e pad da allenamento). Buona visione.
Dalla prima puntata della rubrica Unorthodox Behaviour, che trovate ogni mese su Drumset Mag, vi sto chiedendo di parlare con il vostro strumento. Sul numero di aprile avevamo infatti analizzato come affrontare il nostro set, come ci si può porre con gli altri musicisti, l’interplay da cercare (anche con il pubblico) e il modo in cui si può sperimentare qualcosa di nuovo.
Nel numero di luglio/agosto ho analizzato degli esempi storici: partiture, album, musicisti, per illustrare diversi modi di comunicare.
Nel video collegato a questo breve articolo ho registrato cinque minuti di delirio serale a casa Merlino: pennellate, immagini, colori, ruggiti dal sottosuolo e uccelli che scappano impazziti. Il tutto su un set poco ortodosso (ovviamente!).
Ho infatti utilizzato due rullanti montati al contrario (da 10″ e 14″) per poter ‘grattare’ sulla cordiera; davanti alla cassa ho appoggiato un ride per aver un suono vibrato-sporco; ho usato varie catene e sonagli per rovinare i piatti, oltre a un archetto per contrabbasso e un tubo elettrico.
Ascolto reciproco e ricerca di ciò che ci fa vibrare dentro. Sembra essere questo l’approccio alla musica di BrianQuinn, mente e motore propulsore di tanti progetti tra cui il collettivo /q3/. Della batteria dice che: “può influire in maniera determinante su tempo, timing (sono due cose differenti), dinamica, fraseggio, interplay, ‘intenzione’ (o piuttosto ‘attitudine’ ritmica ed emotiva al brano), ecc. Quindi il batterista dev’essere preparato ad affrontare e gestire con successo l’equilibrio tra questi elementi; lo studio e l’esperienza devono vertere ad accrescere le nostre abilità in questa direzione”. Attualmente Brian Quinn si esibisce con i trii dei pianisti Andrés Ortiz, e Gabriele Pezzoli e con Homeland, la più recente incarnazione del trio dei fratelli /q3/, spesso con l’aggiunta dell’armonicista cromatico parigino Olivier Ker Ourio.
Nel video che segue possiamo apprezzare Brian Quinn con Homeland, in compagnia dei fratelli Nolan, tromba, e Simon, contrabbasso (i /q3/), con l’aggiunta del pianista Gabriele Pezzoli. Il brano è “Minos”.
Nel secondo video la formazione Homeland è invece integrata dall’armonicista francese Olivier Ker Ourio.
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