I cosiddetti toques de batá sono suonati da tre percussionisti, come vuole la tradizione, o da uno solo con una triade di tamburi. Nel nostro breve percorso didattico abbiamo scelto un ritmo molto popolare utilizzato in diversi contesti musicali, il Chacha Lokafun, trascritto anche per una triade di congas. (Leggi Tutto >>)
Vi propongo qualche idea per sviluppare il lavoro con la doppia cassa. Si tratta di idee raccolte in dieci anni di interviste con alcuni dei batteristi più interessanti e innovativi degli ultimi anni. Con alcuni esercizi, andiamo a cercare di sviluppare dei groove con la doppia cassa partendo con la gamba debole, per anni abituata solo a seguire (per me che sono destrorso ovviamente sarà la sinistra). (Leggi Tutto >>)
In questo appuntamento parliamo di un argomento molto importante, quello relativo al posizionamento dei colpi della cassa all’interno di una misura di 4/4, basandoci su una logica che porta a identificare immediatamente e con precisione quale dei quattro sedicesimi presenti all’interno di un quarto si sta per suonare. (Leggi Tutto >>)
Pubblicato il 17 maggio 2005, Mezmerize debutta al primo posto della classifica. Grazie al singolo “B.Y.O.B.”, i System of a Down (con John Dolmayan alla batteria) si portano a casa l’anno seguente il Grammy Award. Per quanto riguarda l’aspetto live, il doppio successo li porterà a essere gli headliner dell’Ozzfest del 2006, scalzando spesso lo stesso Ozzy dal main stage. (Leggi Tutto >>)
Nella musica pop/rock, e sopratutto nella musica leggera italiana, i fill proposti dal batterista nascono quasi sempre da figurazioni ritmiche semplici (anche da quelle con le rispettive pause!), che servono a sottolineare il passaggio da una parte all’altra di un brano, senza però ‘disturbare’ l’andamento ritmico/melodico del brano stesso. Questa prima ‘lezione’ riporta alcune tra le figure ritmiche più usate in ambito pop e serve proprio a ‘mettere nelle mani’ una serie di fill che poi verrano naturali nel momento in cui servono. (Leggi Tutto >>)
Lo scorso 1 Giugno George Kollias ha tenuto un drumcamp presso Percussion Village di Milano. Posizionata al centro di un’aula studio c’era una batteria Pearl Vision e di fronte, disposte su tre file, le postazioni degli allievi, composte da un pad per le mani, un pad per la cassa, doppio pedale e sgabello, per un totale di 11 “figli del metallo” pronti ad ascoltare ed eseguire ogni comando dato dal maestro dei blast. (Leggi Tutto >>)
“You Could Be Mine” è un brano dei Guns n’ Roses del 1991, famoso soprattutto per essere stato la colonna sonora del film Terminator 2. Alla batteria c’è Matt Sorum, certo non un batterista rivoluzionario, ma dalle caratteristiche particolarmente adatte al drumming di quegli anni, dallo stile tipico del batterista rock anni ’90: essenziale e preciso nei groove e nei fill, con un suono ‘voluminoso’ e deciso; un batterista che suona con molta attenzione alla tradizione, ma con un sound moderno. (Leggi Tutto >>)
Arriva un nuovo pad per allenamento che si distingue non solo per il look dominato dal suo intenso color arancione, ma anche per una serie di caratteristiche tecniche davvero apprezzabili. (Leggi Tutto >>)
Nell’appuntamento con la rubrica dedicata alle giovani promesse del drumming nostrano incontriamo questo mese un figlio d’arte, che sta gia facendo parlare di sé per il suo portamento e la fantasia nell’esecuzione di brani storici del repertorio internazionale e che ha già ben figurato, spesso aggiudicandoseli, in numerosi concorsi batteristici. (Leggi Tutto >>)
Dalla LP una riedizione di grande pregio. Si tratta di una fedele reinterpretazione del primo strumento prodotto dalla neonata Latin Percussion nel lontano 1964, realizzata a mano da Martin Cohen secondo le specifiche dei percussionisti cubani di New York. (Leggi Tutto>>)
Torna in produzione la serie Broadkaster, la cui storia parte da molto lontano e risale agli anni Venti del secolo passato, quando la Gretsch, nella sua sede di Brooklyn, ha perfezionato il design del primo fusto laminato a tre strati. I video che seguono ci mostrano il bravissimo Mark Guiliana impegnato in quattro diverse esibizioni solistiche, una per ogni kit della serie Broadkaster, che ci fanno assaporare le caratteristiche sonore dei quattro diversi set presenti in catalogo. Enjoy it! (Leggi Tutto >>)
Nel suo recente video Experimental Drum Meditation, Yan Maillard, batterista svizzero da anni residente in sardegna, ha realizzato un personale esperimento in cui la batteria interagisce con la pratica meditativa. (Leggi Tutto >>)
Vedere oggi un percussionista integrare il suo multiforme kit con una cassa da batteria è esperienza abbastanza comune. Non era così fino alla metà degli anni Novanta, soprattutto nell’ambito della musica popolare. Il musicista di Merici, una frazione di Gerace (RC), è responsabile di questa piccola grande rivoluzione. (Leggi Tutto >>)
Una chiacchierata a ruota libera con un personaggio assurto a un ruolo centrale nella scena batteristica italiana, vuoi per le sue innegabili doti artistiche (oltre che eccellente performer è anche compositore e leader di proprie formazioni), vuoi per il ruolo di Direttore Artistico del più importante festival italiano dedicato alla batteria, vuoi per la sua attività di produttore discografico ed editore musicale. (Leggi Tutto >>)
Arrivato a 50 anni il batterista umbro ha deciso di concentrarsi un po’ più su se stesso, puntando sulla sua produzione di metodi didattici e su un disco solista, Exit, che ne mette in risalto le doti di compositore e ci dice tanto sulla sua idea di drumming. (Leggi Tutto >>)
Personalità allo stato puro: questo è ciò che viene alla mente quando si parla di Simon Phillips, un batterista che ha attraversato generi musicali e decenni di storia, marchiando in maniera indelebile qualsiasi album o brano su cui abbia suonato. Dotato di uno stile inconfondibile e di un suono assolutamente unico, è riuscito nell’impresa quasi impossibile di cambiare il sound di una band come i Toto, già marchiato a fuoco dal drumming di un insostitubile gigante come Jeff Porcaro. (Leggi tutto >>)
Icona fondamentale della batteria free-jazz, nel suo curriculum vanta esperienze ‘convenzionali’ con maestri quali Joe Henderson, Lee Konitz, Charlie Mariano, Stan Getz, Sonny Rollins, Bill Evans, ma anche e soprattutto tanta sperimentazione e libertà a partire dagli anni ’70. Un musicista attentamente fuori dalle etichette non per anticonformismo, ma per coerenza con la sua strada. (Leggi tutto >>)
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