Il boogaloo nasce negli anni ’60 a New York City dall’unione di jazz, rhythm-and-blues e funk con mambo, salsa, rumba, ecc. Dunque un ritmo afrolatino, che trae la sua caratteristica dal semplice spostamento di un accento, in grado di sortire un effetto semplicemente fantastico e di cambiare completamente l’andamento ritmico: vediamo come nel video. (Leggi tutto >>)
Napoletano, classe 1962, appassionato di musica classica, Stefano Tatafiore è un batterista jazz dallo stile fluido, moderno ma assai attento alla tradizione. Nel video girato all’Otto Jazz Club di Napoli è protagonista di un intenso assolo su “Footprints” di Wayne Shorter. (Leggi tutto >>)
Fabiano, 23enne della provincia di Pordenone, mi scrive (la sua lettera è pubblicata integralmente nella rubrica da me curata sul n. 29 di DrumsetMag, in edicola a novembre 2014) che i musicisti con i quali sta suonando “…vorrebbero che abbandonassi quel tin-ting-a-ling sul piatto che ho messo anni a imparare! (Leggi tutto>>)
La notizia è ufficiale, BillyCobham è tornato a essere uno degli endorser di punta della Tama, il colosso giapponese che è stato legato al suo personaggio per moltissimi anni, accompagnandolo nella sua ascesa verso l’enorme popolarità che lo reso uno dei personaggi più importanti della storia moderna della batteria. (Leggi tutto>>)
Spirit Of New Orleans è la denominazione del Drum Camp programmato dal 13 al 15 dicembre, e che avrà come unico protagonista il bravissimo StantonMoore. L’evento si terrà nel leggendario French Quarter di New Orleans, all’interno della vecchia e storica zecca di stato, e avrà lo scopo di celebrare l’eredità e la tradizione della musica di N.O. Dal Mardi Gras Indian al Second Line Drumming, fino all’evoluzione che porta al jazz e al funk. (Leggi tutto>>)
Da quest’anno, il batterista GregoryHutchinson è entrato stabilmente nello staff del Centro di Formazione e Produzione Artistica “L’Ottava”, con il corso di alta specializzazione jazz dedicato alla batteria. La prima sessione è fissata per il 20 e il 21 settembre. Il corso prevede sia incontri individuali che laboratori di musica d’insieme. Le lezioni si svolgeranno presso la sede del Centro di Formazione e Produzione Artistica “L’Ottava”, in via Prospero Farinacci, 40 – Roma. (Leggi tutto>>)
Ciao ragazzi! In quest’ultimo appuntamento con la rubrica dedicata al jazz vorrei proporvi l’andamento swing in ¾. Approfondiamo la riflessione sull’evoluzione del jazz iniziato lo scorso mese trattando la poliritmia. Insisto così tanto su questo tema, perché il jazz moderno si differenzia da quello classico proprio perché, a partire dagli anni ’40, con la rivoluzione chiamata BeBop (o semplicemente Bop) la batteria cambia completamente il suo approccio. (Leggi tutto>>)
La rubrica My Old Flame del numero di marzo 2013, quella dedicata al vintage, ricostruisce storia e fortune di un rullante reso celebre soprattutto per il fatto di essere stato quello con il quale Ringo Starr ha praticamente suonato, inciso e registrato per tutta la sua carriera con i Beatles. (Leggi tutto>>)
Nel terzo appuntamento con la rubrica dedicata al jazz, pubblicata sul numero di marzo di Drumset Mag, studiamo come applicare una frase in ¾ all’interno di due o quattro battute in 4/4. L’esempio utilizzato ci fa entrare in un tema ricorrente nel jazz, che viene definito poliritmia (Leggi tutto>>)
Protagonista della rubrica Heroes pubblicata sul numero di febbraio di Drumset Mag è Massimo Manzi, tra i migliori jazzisti del nostro Paese, da alcuni anni perfettamente calato nei panni del musicista free lance… (Leggi tutto>>)
Nel secondo appuntamento della rubrica Jazz Style, pubblicata sul numero di febbraio 2013 di Drumset Mag, vi propongo una frase in terzine da usare come fill in ambito swing… (Leggi tutto>)
Jazz Essentials Play-Along è il nome della nuova App per iPhone e iPad, messa a punto dal grande PeterErskine. L’App è in pratica un grande music-minus destinato a tutti i musicisti, con un mixer integrato che può dare vita ad un’infinità di utilizzi. L’App è stata disegnata per l’uso da parte di tutti quei musicisti interessati a perfezionare le proprie capacità d’espressione nel jazz. La parte più importante del jazz è quella di sapere suonare il blues e gli standard nelle tonalità più comuni e a velocità differenti. Utilizzando il mixer integrato, è possibile realizzare il prorpio combo. Si può ottenere una sezione ritmica completa (trio), e si può utilizzare la base musicale eliminando il piano, il basso o la batteria, oppure isolare le tracce di ogni singolo strumento. Molte le opzioni relative al click e al conteggio prima dell’inizio di ogni brano. Sono inclusi i file PDF relativi alle partiture di ogni brano, in tre tonalità diverse.
Nella rubrica didattica dedicata al jazz pubblicata sul numero di gennaio 2013 di Drumset Mag si parla di coordinazione nel fraseggio swing. Il piatto ride sarà la nostra costante: quello che cambierà saranno le combinazioni tra cassa e rullante.
La base di partenza sono delle terzine di crome; di volta in volta il fraseggio cambia se inseriamo dei colpi di cassa o delle pause di crome, come potete vedere nel video collegato. Un consiglio: partite sempre a velocità molto basse mettendo il click su tutti i quarti e ricordate di accentare con il charleston, suonato con il piede, il secondo e il quarto movimento.
Nel numero di dicembre 2012 di Drumset Mag abbiamo testato approfonditamente un set Odery della serie Fluence. Il set a nostra disposizione era il Jazz Set, composto da una cassa da 18”x16”, un rack tom da 10”x7.5”, un floor tom da 14”x13”, e da un rullante da 13”x6”. La finitura è di tipo ricoperto, e viene denominata Vintage Black. Il livello qualitativo e sonoro è davvero ottimo alto per questo nuovo Jazz Set, che unisce la comodità delle dimensioni compatte alle prestazioni sonore, capaci di regalare molte soddisfazioni anche per via della buona dose di versatilità che lo rende utilizzabile in più di un genere musicale. Potete ascoltare il suono di questo nuovo set nel video realizzato da Acustica Napoli, e che vede protagonista il bravissimo Paolo Forlini.
Tarantino, attivo sia come didatta sia come performer impegnato tanto in ambito jazzistico quanto pop, Francesco Lomagistro è noto soprattutto come leader di Berardi Jazz Connection. A Batterika 2012 era presente in veste di clinician e il suo incontro, chiamato “Give Me Five”, è servito a parlare di poliritmia, indipendenza e creatività partendo da un semplice gruppo di 5 colpi. Nelle nostre riprese il riscaldamento pre-clinic.
Il 13 e 14 settembre il batterista Peter Edward “Ginger” Baker” si esibirà alla testa della sua nuova formazione, GB’s Jazz Confusion, al Blue Note di Milano. Baker è noto in tutto il pianeta per aver fatto parte della rock band britannica dei Cream, con Jack Bruce ed Eric Clapton. Autentico esempio di genio e sregolatezza, dedito a qualsiasi eccesso, soprattutto in fatti di alcool e droghe, ha fatto parte nel corso degli anni di numerose formazioni, nessuna delle quali però all’altezza artistica o della fama raggiunta dai Cream: dalla Graham Bond Organization al progetto Blind Faith con Eric Clapton, Ric Grech e Steve Winwood; dai Ginger Baker’s Air Force alle collaborazioni con artisti del calibro di Paul McCartney, Fela Ransom-Kuti, Bill Frisell e Gary Moore.
Il progetto presentato al Blue Note è il Ginger Baker’s JazzConfusion, mix di jazz, blues e temi tribali provenienti da Algeria e Nigeria (proverbiale l’interesse di Baker per l’Africa e i suoi ritmi: nel 1972 durante un viaggio in Nigeria rimase folgorato dall’Afrobeat e dai suoi principali interpreti, a cominciare da Fela Kuti e dal suo batterista, Tony Allen). Sul palco milanese Baker sarà accompagnato tra gli altri dal sax di Pee Wee Ellis, allievo negli anni ‘50 di Sonny Rollins, divenuto celebre negli anni ’60 e ‘70 per aver militato nella mitica sezione dei fiati di James Brown.
A Ginger Baker e alla sua vita a dir poco movimentata è stato da poco dedicato un documentario, Beware of Mr. Baker!, ricco di interviste (a Eric Clapton, Steve Winwood, Carlos Santana e altri) del quale vi proponiamo il trailer.
Venerdì 25 maggio, dalle 17 alle 20 presso il Saint Louis College Of Music di Roma (via Urbana 49/A, tel. 06 4870017) si svolgerà la drum clinic di uno dei più importanti didatti degli Stati Uniti, mr. Kim Plainfield. Dotato di una tecnica inappuntabile e autore del fortunato metodo di batteria Advanced Concept, Plainfield è attualmente Professore Associato presso il Berklee College of Music di Boston, ma soprattutto è a capo della Facoltà di batteria presso il Drummer Collective di New York (istituzione che metterà a disposizione ben due borse di studio per i migliori studenti delle clinic 2012). Come performer Kim Plainfield spazia dal jazz al latin e può vantare collaborazioni live e in studio con Bill Connors, Tania Maria, Didier Lockwood, Pointer Sisters, Jon Lucien, Andy Narell, John Pattitucci, Kenny Rankin, Jacques Higelin, Charles Fambrough, Edgar Winter, Bill O’Connell, e Mose Allison. Parallelamente il batterista e didatta statunitense ha anche intrapreso una carriera solista a partire dal 2000. Il suo cd di debutto, Night and Day, risale al 2002 ed è stato realizzato in collaborazione con il bassista Lincoln Goines. La prenotazione per la clinic del 25 maggio è obbligatoria. Info: chiaradamato@slmc.it
In questo articolo, collegato all’intervista a Terri Lyne Carrington pubblicata sul n. 1 di Drumset Mag in edicola ad aprile, l’ottimo batterista e nostro collaboratore Emanuele Smimmo ci racconta qualcosa sulla sua bravissima collega. Emanuele è autore delle trascrizioni che trovate nella rivista, che riproponiamo a fine articolo per una maggiore fruibilità da parte di tutti. Chiude l’articolo un video ripreso nel corso del festival Tokyo Jazz 2010 in cui Terri Lyne Carrington è impegnata dal vivo con le sue bravissime compagne della band Mosaic Project, nome del suo ultimo, premiatissimo cd. Ecco il racconto di Emanuele.
“Nell’autunno del 1992 un amico pianista mi invitò a casa sua per sentire il cd di un pianista per me allora senza identità, Mitchell Forman, chiedendomi di prestare particolare attenzione allo stile del batterista e al modo in cui aveva suonato le diverse parti intricate di alcuni brani, adottando soluzioni inusuali. Eravamo nel pieno boom della musica fusion (jazz elettrico e simili) e questo cd, come tanti altri che venivano sfornati dalle diverse etichette presenti sul mercato, rispettava la tendenza del periodo, pur mostrando una grande poesia e una particolare attenzione per l’estetica.
Rimasi subito affascinato dall’eleganza e la raffinatezza che trasparivano dalla batteria, oltre alla grande padronanza dello strumento che colpiva immediatamente già al primo ascolto. Un sound deciso, impeccabile e di grande maturità, originale, moderno, nuovo e intrigante allo stesso tempo.
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