Sanremo 2016 ha portato delle cose interessanti: nel video collegato andremo a esaminare alcuni fill suonati sui brani di un super-ospite dell’edizione 2016, Eros Ramazzotti: accompagnato sia dall’orchestra (con Maurizio Dei Lazzaretti alla batteria) sia dalla band (il M° Lele Melotti on drums). Ramazzotti ha eseguito prima un medley dei suoi brani più famosi (“Terra promessa”, “Una storia importante”, “Adesso tu” e “Più bella cosa”), quindi l’inedito “Rosa nata ieri”, con alla batteria Lele Melotti da solo(Leggi Tutto >>)

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Uno studio molto importante che faccio fare quasi da subito ai miei allievi è quello di suonare delle progressioni ritmiche, solo con le mani, sul pad, mettendo un click che porta i quarti. Inizialmente, specie per i neofiti, le figurazioni da adottare sono le più semplici possibile: quarti, ottavi, terzine di ottavi e sedicesimi.

Una volta presa dimestichezza con questo esercizio, aggiungiamo altre figurazioni e/o proviamo a variare lo sticking, invertendolo o adottanto di volta in volta colpi doppi, paradiddles o colpi tripli. Un altro passo importante nello studio delle progressioni è quello di cambiare il click sul quale le suoniamo, passando dal click in quarti a quello in ottavi, poi in terzine di ottavi, infine in sedicesimi, mantenendo sempre la velocità iniziale (Leggi Tutto >>)

Questo articolo e il video collegato sono dedicati a Stevie Wonder, bravissimo batterista oltre che fantastica voce della Black Music, autore e interprete di brani bellissimi che hanno scalato le hit internazionali e che sicuramente resteranno nella storia della musica. In particolare ci occupiamo in questa sede di due suoi brani famosissimi, in cui è lui stesso a suonare la batteria: “Superstition” e “I Wish”(Leggi Tutto >>)

Nel video che accompagna l’articolo vengono analizzati i fill di tre brani tratti da edizioni recenti del Festival della canzone italiana. Alla batteria c’è sempre l’ottimo Maurizio dei Lazzaretti. Da Sanremo 2012 abbiamo tratto “Non è l’inferno” di Emma e il brano di Arisa “La Notte”. Dall’edizione 2013 prendiamo invece in esame “L’essenziale”, il brano vincente, cantato da Marco Mengoni(Leggi Tutto >>)

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Secondo appuntamento per la rubrica The Italian Job con i fill tratti da brani resi celebri dal Festival della canzone italiana. Sul numero di Febbraio 2016 di Drumset Mag si parla di Maurizio dei Lazzaretti, protagonista a Sanremo 2001 con Elisa nel brano “Luce”, a Sanremo 2003 con Alexia in “Per dire di no” e a Sanremo 2010 con Malika Ayane in “Ricomincio da qui”(Leggi Tutto >>)

“No Excuse” è un brano della band americana Alice in Chains, inserito nel loro secondo EP realizzato in studio, Jar of Flies, pubblicato nel gennaio 1994 dalla Columbia Records. Brano caratteristico della musica grunge, è stato composto dal chitarrista e dal batterista della band (Sean Kinney)(Leggi Tutto >>)

Avviatasi lungo una nuova direzione musicale, la band finlandese deve far fronte alla defezione del batterista e dal tastierista originari. I tre membri rimasti non si perdono d’animo: grazie a due fuoriclasse stranieri come lo svedese Jens Johansson alle tastiere e il tedesco Jorg Michael dietro le pelli, licenziano un album tanto bello quanto fortunato(Leggi Tutto >>)

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Un disco in pratica già scritto ancor prima dell’omonimo esordio dell’anno precedente: il secondo album della band inglese vede la luce in un momento davvero magico. Unico disco della Vergine di ferro a comprendere ben due brani strumentali, è stato scritto quasi esclusivamente dal solo Steve Harris, bassista fondatore e unico membro insieme al chitarrista Dave Murray ad aver partecipato a tutti i capitoli della discografia della band. Alla batteria, Clive Burr (al posto di Doug Sampson) (Leggi Tutto >

La rubrica “Overture” del mese di Gennaio 2016 si occupa di analizzare un brano rock del 1974 suonato dal grandissimo Ian Paice, contenuto nell’album Burn dei Deep Purple. “You Fool No One” non è famosissimo, ma è sicuramente tra i brani più rappresentativi dello stile batteristico di Ian Paice. Un pezzo sicuramente di non facile esecuzione, per suonare il quale serve avere una buona conoscenza dei paradiddle (Leggi Tutto >>)

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Un omaggio a un metodo eccezionale, The New Breed di Gary Chester. Lo studio dei vari sistemi e la possibilità di ampliare le diverse applicazioni possono migliorare notevolmente il nostro timing e il nostro senso ritmico (Leggi Tutto >>)

“Seven Days” è un brano di Sting presente sull’album Ten Summoner’s Tales del 1993, suonato dal grandissimo Vinnie Colaiuta. Il groove creato all’occorrenza rappresenta in pieno lo stile di questo formidabile batterista e ha senza dubbio contribuito alla caratterizzazione del brano, che si può riconoscere anche solo ascoltando la parte di batteria. Sting è sempre stato bravissimo a rendere i suoi brani, di ispirazione varia e complessa, accessibili un po’ a tutti, ovvero a dar loro una forma molto pop. Ci è riuscito anche con brani con tempi dispari, che sono piuttosto una prerogativa di matrice jazzistica o meglio ancora progressive rock, ma non certo pop (Leggi Tutto >>)

Per concludere il percorso all’interno di quelle figurazioni ritmiche che unendosi tra loro possono aiutarci a costruire ‘i migliori fill della nostra vita’, ho pensato di inserire altre due figurazioni, questa volta ‘particolari’. La prima è un rudiment, il Four Stroke Roll, suonato in varie maniere. La seconda figurazione analizzata è quella dei trentaduesimi. Nelle combinazioni proposte, i 32simi vengono inseriti sull’ultimo movimento del fill, per creare una cascata di note veloci alla fine del fill stesso (Leggi Tutto >>)

“Crazy Horse”, ossia Cavallo Pazzo, è un brano inciso da Will Hunt, protagonista della storia di copertina su Drumset Mag di Dicembre 2015. Il brano in questione è tratto dall’album Order of the Black della Black Label Society. Sullo stesso numero della rivista, da pagina 31 a pagina 33, trovate la trascrizione completa (Leggi Tutto >>)

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Il mio esercizio preferito sull’argomento rimane quello che mi fece vedere il grande Alan Dawson tanti anni fa. Si tratta di prendere le otto pagine centrali del libro Syncopation di Ted Reed – quelle che vanno da pagina 38 a pagina 45 (o, in altre edizioni dal 37 al 44, comunque sono numerate da 1 a 8) – ed eseguirle suonando con il rullante tutti gli ottavi, dunque le note corte, e con la cassa le note lunghe, ossia i quarti, i quarti puntati e anche gli ottavi legati. Nel video trovi la mia esecuzione delle prime due pagine di Reed. Buona visione e buon lavoro! (Leggi Tutto >>)

Ciao a tutti, questo mese la rubrica Overture presenta un brano dei Porcupine Tree, tratto dall’album In Absentia del 2002, con alla batteria Gavin Harrison. Il suo elemento caratterizzante è il groove, che gira insieme alla chitarra in 7/4 (Leggi Tutto >>)