Drum Guru

Written by Redazione Drumset Mag. Posted in Paper2Media, Tools

Nel numero di gennaio 2013 di Drumset Mag la consueta rubrica dedicata alle app musicali solitamente curata da Carlo Marzo (“Sounds Good to Me”) viene lasciata a Rob Wallis, ex boss della DCI Video, quindi presidente della Hudson Music e ora creatore di Drum Guru, la prima app didattica per batteristi. Nell’articolo pubblicato sulla rivista Wallis racconta come e perchè sia stata sviluppata, grazie anche a un team di produzione e creativo composto da Joe Bergamini, Mike Hoff e Mike Sorrentino. Drum Guru ha contenuti didattici nuovi e originali, forniti da Berganini,  Sorrentino (entrambi insegnanti privati molto esperti), Steve Smith Steve Gadd, Chad Smith e Mike Portnoy, ai quali si sono di recente uniti per il rullante Dennis DeLucia e Jeff Prosperie. Nei due video che seguono, e che ci sono stati forniti in esclusiva dalla Hudson Music, possiamo godere di due nuovissime video-lezioni ad opera di due grandissimi batteristi: Steve Smith e Steve Gadd. Enjoy it!

http://itunes.apple.com/us/app/drum-guru/id508081854

Steve Smith

Steve Smith Lesson 01

I groove degli Angra

Written by Edoardo Sala. Posted in Paper2Media, Tutorial

Nella rubrica “Before I Forget” pubblicata sul numero di gennaio 2013 di Drumset Mag, si parla della band brasiliana Angra e di come abbia dovuto sostituire il batterista alla vigilia dell’incisione di Angel Cry (1993) dopo la defezione del drummer originale. Al suo posto un sessionman veloce e affidabile, Alex Holzwarth, già batterista della prog band Siegens Even, attualmente docente presso la scuola Drummers Focus di Monaco.

Maxx Furian

Written by Mario A. Riggio. Posted in Musicians, Paper2Media

Protagonista di uno dei “Face to Face” pubblicati sul numero di gennaio 2013 di Drumset Mag è Max Furian, che ci racconta con tre video alcune sue importanti esperienze musicali. Ecco le sue parole-

“Per il video della Monday Orchestra – con ospiti Randy Brecker e Bob Mintzer (che però in questo brano non suona) –ho voluto farci vedere le prove del pomeriggio per assaporare cosa vuol dire leggere ‘alla prima’ parti da big band. La big band è un mondo a parte per noi battersisti, è un universo da scoprire a da sperimentare, fa crescere la lettura e l’interpretazione della musica e del vostro strumento, insomma un colore a parte”.

“Per il trio con Andrea Dulbecco (vibrafono) e Michele Tacchi (basso) ho voluto inserire uno standard per farvi notare un tipo di evoluzione jazzistica che di sera in sera potrebbe cambiare. Questa è una forma, ma notate l’evoluzione del mio set con un hi hat da 16” e un rullante al posto del tom. E arriveranno altre sorprese”.

“Per il video con Marco Bianchi (pianoforte) e Michele Tacchi (basso) ho semplicemente postato un solo su una struttura AABA (Rhythm and Changes). Registro spesso i miei soli per perfezionarmi e correggere gli errori, così posso migliorare. A mio avviso Il metodo migliore è videoregistrarsi, amici”.

I groove di Joey Kramer

Written by Edoardo Sala. Posted in Paper2Media, Tutorial

I groove solidi ed efficaci di Kramer hanno costituito da sempre la colonna vertebrale del quintetto, ma il suo contributo non si è limitato alla sola propulsione ritmica, essendo accreditato anche come autore di alcuni brani degli Aerosmith. A proposito del suo ruolo di batterista Kramer dice: “Durante i concerti il mio ruolo è quello della ‘nave madre’: io sto al centro del palco e sono lì affinché tutti si appoggino a me. Il mio lavoro è tenere lo show sul giusto binario evitando che la situazione deragli. È una responsabilità che mi sono sempre assunto negli anni. Mi piace essere affidabile…”. E ancora: “Quello che cerco di fare è ideare sempre una buona traccia di batteria sulla quale costruire il brano, dando più importanza a ‘come’ si suona rispetto a ‘quanto’ si suona. Contribuisco a creare il feel e contemporaneamente fornisco ai ragazzi quanti più appigli possibile ai quali ‘appendere il loro cappello’. Credo di esserci riuscito abbastanza bene nel corso degli anni”.

  • Joey Kramer

  • Joey Kramer

  • Joey Kramer

  • Joey Kramer

  • Joey Kramer

  • Joey Kramer

  • Joey Kramer

  • Joey Kramer

  • Joey Kramer

  • Joey Kramer

Alessandro Bissa

Written by Redazione Drumset Mag. Posted in Musicians, Paper2Media

Tra i protagonisti delle interviste che potete leggere su Drumset Mag in edicola a gennaio 2013 c’è anche l’attuale batterista dei Vision Divine, che a Elena Secci ha raccontato come si è sviluppata la sua carriera, dalle serate con varie cover band ai gruppi metal della sua zona, dai primi turni in studio di registrazione al suo duraturo e costante contatto con la didattica. Un bagaglio che gli ha permesso di superare l’audizione giusta nel posto giusto al momento giusto, quella per entrare nei Vision Divine e portare a termine il tour a supporto di The Perfect Machine. Di questa band è da poco uscito Destination Set to Nowhereper l’etichetta Edel, un concept che tratta tematiche politico-sociali attuali attraverso una storia ambientata nel futuro. “House of the Angels” è il brano eseguito nel video allegato da Alessandro con il suo nuovo drum kit messogli a disposizione dalla Vibe Drums. Buona visione.

Davide Pettirossi

Written by BOB Baruffaldi. Posted in Musicians, Paper2Media

Ha da poco presentato il suo terzo lavoro discografico come solista, Electrio (con Alex Gwis al Fender Rhodes e Pierpaolo Ranieri al basso), mentre quasi contemporaneamente usciva anche il quarto volume della sua collana didattica Drums Colours, intitolato Basic Coordination. Sul numero di gennaio 2013 di Drumset Mag abbiamo intervistato Davide Pettirossi, che ci ha parlato del nuovo album, delle differenze con i suoi precedenti lavori, dei cambiamenti intervenuti nel suo modo di suonare e comporre e di tanto altro ancora. Nei tre video che seguono, abbiamo la possibilità di osservare Davide all’opera in diverse situazioni, così da poterne apprezzare il talento. Enjoy it!

Flying Drums – Tratto dal DVD “Tempi Moderni”

Drum Solo – Electrio – Villa Celimontana – 2010

Frankestein Dance – Villa Celimontana 2010

Carlo Marzo

Written by Antonio Gentile. Posted in Musicians, Paper2Media

Il suo è un nome familiare ai nostri lettori. Fin dal primo numero di Drumset Mag cura infatti una rubrica mensile sulle nuove tecnologie. Ma sul numero di gennaio 2013 è protagonista di un Face to Face: lo abbiamo intervistato infatti in occasione dell’uscita di un suo metodo dedicato alle piccole percussioni intitolato Shakers & Co. “Guardandomi un po’ in giro alla ricerca di un metodo che trattasse l’argomento, confrontandomi con colleghi e amici, mi sono reso conto di quanta poca considerazione, poco materiale, poco studio e poca attenzione venga posta su questa categoria di strumenti a percussione. A mio avviso il percussionista ‘moderno’ deve assolutamente saper utilizzare correttamente tutti questi toys”.

Rullante Ludwig Joey Kramer Signature

Written by Edoardo Sala. Posted in Paper2Media, Test

Un prodotto di fascia medio alta, uno di quei rullanti made in Taiwan con un rapporto prezzo/qualità interessante se paragonato ai fratelli maggiori di fabbricazione USA. Le caratteristiche meccaniche sono identiche al modello firmato da Jim Riley, eccetto il materiale del fusto – ottone dello spessore di 1,5 mm invece dell’acciaio – e la sua profondità, che in questo caso si ferma a 6,5”. Hardware brunito, cerchi diecast, blocchetti versione tube, macchinetta tendicordiera di qualità non eccelsa, cordiera ottonata a 20 fili. Il volume di questo tamburo è davvero notevole, soprattutto con l’uso dei rimshot; la nota fondamentale tende verso il basso; accordando le pelli a una tensione media esplode tutta la suaanima rock. Anche le prove ad altre tensioni risultano però soddisfacenti, dimostrando una grande capacità di sensibilità e dinamica, dimostrando ampiamente la possibilità di essere usato in diverse situazioni anche più soft.

Batteria Yamaha PHX Series

Written by BOB Baruffaldi. Posted in Paper2Media, Test

Alla base della serie PHX ci sono dei fusti ibridi, costituiti da 11 strati assemblati secondo un preciso ordine: i legni usati sono progressivamente più duri a partire dal centro, andando verso l’esterno del fusto. Lo strato centrale è costituito da Jatoba, quelli che lo racchiudono sono costituiti da Kapur (4+4), quelli che infine completano l’esterno e l’interno del fusto (1+1) sono realizzati in acero (ma alcuni fusti utilizzano uno strato esterno in Burled Ash).
Davvero sorprendente l’equilibrio sonoro tra i vari elementi del set, con un range di frequenze molto ampio: la cassa ha un’ottima presenza generale e una gran bella dotazione di frequenze estremamente basse; i tom hanno un suono molto articolato, con una quantità di armonici che risulta abbastanza controllata e che lascia in evidenza la nota fondamentale, rendendola molto pulita e precisa. La risposta rimane sempre molto morbida (caratteristica comune a tutti i fusti Yamaha) e rende piacevolissima l’esperienza di suonare l’intero set, che non richiede una grandissima energia per esprimere la piena sonorità. Ottima la quantità di volume a disposizione.
Nel video che segue, il bravissimo Wolfgang Haffner ci mostra le qualità sonore del set Yamaha PHX.

Piatti Turkish Millennium

Written by BOB Baruffaldi. Posted in Paper2Media, Test

I piatti della serie Millennium, appartenenti alla linea Jazz, hanno un profilo tipico dei piatti sottili e dal peso molto leggero e producono un suono scuro e articolato, molto tradizionale. Il Ride Sizzle da 22” a nostra disposizione è risultato perfetto, oltre che come ride, anche nelle accentazioni sul bordo e nell’uso come crash leggero di grandi dimensioni. Il suo volume non eccessivo ne circoscrive l’uso al jazz e alle situazioni in cui non è richiesto un volume esagerato. Anche lo Hi-Hat Super Light da 14” ha una sonorità di base abbastanza scura, ma al tempo stesso anche molto articolata, con buona presenza e ottima versatilità. Il Crash Thin da 18” ha spessore sottile e suono caldo e tagliente. Ideale in situazioni di volume non elevato è ottimo anche se usato come crash/ride.

Tamburo E Disco Armonico Rammerdrum

Written by Antonio Gentile. Posted in Paper2Media, Test

I Rammerdrum sono metallofoni basati su scale pentatoniche, realizzati in due serie: Disco, a sei note, e Tamburo, a 8. Quest’ultima, di dimensioni maggiori, consta di due calotte sferiche unite da una parete cilindrica. Sulla calotta superiore sono state ricavate delle linguette d’acciaio intonate. Nella calotta inferiore c’è un foro circolare. Nella serie Disco le due calotte sferiche sono saldate direttamente una sull’altra e formano una specie di disco volante. Il Rammerdrum può essere suonato facilmente tenendolo in grembo o su un supporto standard, tipo quelli da rullante. Lo si può suonare con le dita o, a piacimento, con battenti di vario tipo. Il suono che produce è delicato e avvolgente, impreziosito da un naturale effetto chorus dovuto alle risonanze metalliche delle diverse parti dello strumento. Adatto sia ai percussionisti solisti che a quelli che lavorano in gruppo, musicisti da strada e da teatro.

Rullante Steppo Drum Bamboo Bombay

Written by Antonio Di Lorenzo. Posted in Paper2Media, Test

Un rullante (14” x 5,5”) in bambù a doghe da 14 mm. con incastro brevettato, cerchi a tripla flangia da 2,3 mm., tube lugs in ottone cromato, macchinetta tendi cordiera semplice, elegante ed efficace, 10 tiranti per lato, cordiera di ottima qualità in bronzo. Il tamburo si accorda con facilità e ha una sonorità particolare, molto calda, precisa e controllata; perfetto per i combo jazz, una volta microfonato è anche un grande rullante da studio perchè ‘naturalmente’ controllato, senza bisogno di particolari accorgimenti.

I fondamenti del Tamburo – Il Flam

Written by Gigi Morello. Posted in Paper2Media, Tutorial

Il Flam è uno tra i rudimenti meno compresi e peggio interpretati che esistano. L’errore di base è cercare di eseguire il flam basandoci su quello che udiamo,
cioè il primo colpo più debole seguito subito da un forte più forte, accentato. Formuliamo una definizione
tecnica di flam: Il flam si ottiene facendo cadere due bacchette contemporaneamente da altezze diverse. La differenza di altezza
contribuira’ a rendere il flam più o meno marcato e più o meno stretto o largo.
L’altezza diversa sarà il fattore che darà il ritardo necessario e la differenza di volume necessaria per avere l’effetto flam. La difficoltà tecnica sta nella indipendenza delle altezze.
Il primo esercizio per sviluppare il flam di sinistra e di destra è l’utilizzo del cosiddetto Flam nullo, che altro non è che un unisono con bacchette che cadono dalla stessa altezza. Variando le altezze prima di una mano e poi dell’altra otteniamo vari livelli di flam completamente controllabili e con colpi sempre uguali.

Non tutti i rudimenti si prestano a essere portati alle stesse velocità, perché alcuni sono tecnicamente più difficili di altri.
Isoliamo alcuni flam che hanno caratteristiche simili tecnicamente e mettiamoli insieme su base binaria e ternaria.
Alcuni rudimenti flam sembrano infatti appartenere alla ‘stessa famiglia’. È il caso di rudimenti quali la Swiss Army Triplet e il
Single Flammed Mill. Aggiungiamo poi dei colpi per ottenere degli ibridi.
L’esercizio sistematico consisterà nel mescolare gli esercizi su base ternaria e binaria, fino a coprire tutte le possibilità in cui ogni rudimento si mescola con
tutti gli altri.

Metal Style 1

Written by Gee Anzalone. Posted in Paper2Media, Tutorial

In questo video, collegato all’articolo didattico pubblicato sul numero di gennaio di Drumset Mag, vorrei parlare di doppia cassa e di sviluppo del foot control! Vi propongo di seguito una serie di esercizi ‘killer’, ossia di pattern con fraseggio di doppia cassa. Se non amate la doppia cassa, questi esercizi vi potranno comunque essere utili usando il piede sinistro sul pedale hi hat oppure – per esempio – un cowbell a pedale. Control, Relax, Endurance = C.R.E.!

Jazz Style 1

Written by Cristiano Coraggio. Posted in Paper2Media, Tutorial

Nella rubrica didattica dedicata al jazz pubblicata sul numero di gennaio 2013 di Drumset Mag si parla di coordinazione nel fraseggio swing. Il piatto ride sarà la nostra costante: quello che cambierà saranno le combinazioni tra cassa e rullante.
La base di partenza sono delle terzine di crome; di volta in volta il fraseggio cambia se inseriamo dei colpi di cassa o delle pause di crome, come potete vedere nel video collegato. Un consiglio: partite sempre a velocità molto basse mettendo il click su tutti i quarti e ricordate di accentare con il charleston, suonato con il piede, il secondo e il quarto movimento.

Ethnic Style 1 – Zenyt e Nadir

Written by Mauro Gatto. Posted in Paper2Media, Tutorial

Il primo articolo della rubrica didattica Ethnc Style, pubblicato su Drumset Mag in edicola a gennaio 2013, è dedicato completamente alle percussioni africane: djembe, dun dun, sangba e kenken per il sud dell’Africa e darbuka per il nord. Vari ritmi vengono analizzati in ogni singolo componente, in modo che negli elementi successivi divenga chiaro da dove sono venute le varie parti e le varie applicazioni, sia tradizionali che moderne. Consiglio di ripetete partendo sempre da un tempo lento, accelerando man mano che vi sentirete più a vostro agio. Non ci sono indicazioni metronomiche fisse, ma consiglio di non superare mai i 150 bpm alla semiminima (quarto) come velocità massima. Oltre quella perderemmo il feeling originario.

 

Zildjian: I Nuovi A Series Cymbals

Written by BOB Baruffaldi. Posted in Factory News, Tools

Il colosso Zildjian , in occasione delle celebrazioni del suo 390° anniversario, ha annunciato un rinnovamento sostanziale della storica serie A. Le novità riguardano (per iniziare) u nuovo look e un suono migliorato, con alcune modifiche apportate alla curvatura e al peso dei diversi modelli. Nel corso del 2013, la Zildjian introdurrà nuovamente gli A Thin Crash da 19″ e 20″, e un 20″ A Medium Thin Crash. A questi andrà ad aggiungersi un nuovo 23″ A Sweet Ride, in risposta alla costante richiesta da parte dei batteristi di ogni genere, di modelli di maggiore diametro e minor spessore.

Zildjian_Enhanced_A_2013-WEB

Ahead Bell Brass Snare Drum

Written by BOB Baruffaldi. Posted in Factory News, Tools

La Ahead ha presentato il nuovo rullante Bell Brass, con il fusto in ottone dalle dimensioni di 14″x6″,  dotato della finitura black-on-brass. La macchinetta di gestione della cordiera è la Dunnett R-40, la cordiera è la Fat Cat, i cerchi sono S-Hoop, i tiranti Tight Screw, e le pelli vengono fabbricate dalla Remo con il logo Ahead in evidenza. Il rullante si pone al vertice del catalogo del marchio Ahead, ed è dotato di un suono potente, asciutto e di una grande sensibilità.

 

BB_Ahead-Bell-Brass

TRX Thunder e Lightning Crashes

Written by BOB Baruffaldi. Posted in Factory News, Tools

Novità assoluta per la TRX Cymbals. Sono stati presentati i nuovi crash delle serie Thunder e Lightning. Le due nuove linee sono caratterizzate da una serie di fori realizzati seguendo uno schema abbastanza particolare, vista la differenza di dimensioni degli stessi nelle diverse zone della superficie del piatto. I piatti di entrambe le serie sono disponibili nelle misure di 16″, 18″ e 20″. I crash Thunder sono ricavati da quelli della serie DRK, mentre i Lightning si basano su quelli della serie BRT.

 

TRX_Thunder-Lightning-Crashes-web

Performance Spotlight: Steve Smith

Written by BOB Baruffaldi. Posted in Musicians

Steve Smith è stato il protagonista della cover story del nostro numero di settembre 2012. Lo ritroviamo ora in uno splendido video realizzato dalla Vic Firth, e incluso nella Performance Series. In questo lungo clip, Smith dà prova (se mai ce ne fosse ancora bisogno) del suo incredibile talento e del controllo totale dello strumento in ogni sua sfumatura. Semplicemente fantastico.
Enjoy it!
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