Gavin Harrison – Intervista esclusiva di BOB Baruffaldi
Questo mese parliamo del suono. E lo facciamo grazie all’intervista esclusiva che Bob Baruffaldi ha realizzato con uno dei batteristi più amati e riveriti dall’ambiente, quel Gavin Harrison che ormai da anni staziona stabilmente in cima alle classifiche di gradimento del pubblico e delle riviste specializzate.
Protagonista della rubrica Heroes pubblicata sul nulero 8 di Drumset Mag, in edcola a Dicembre 2012, è Franz Di Cioccio. Ecco due esempi del drumming di Franz alle prese con generi musicali diversi: la canzone italiana e il rock progressivo. In entrambe le situazioni, Di Cioccio è libero da preconcetti e sviluppa soluzioni estremamente fantasiose e musicali, senza preoccuparsi di sfoggiare a ogni costo la tecnica. Il risultato è di grande effetto, al servizio della musica, ma anche dello spettacolo. Franz Di Cioccio riesce a essere istrione sia come frontman sia come batterista, colorando la musica e rendendo felice il pubblico.
Il primo video ci mostra il backstage, un po’ di sticking di riscaldamento con la partecipazione di Roberto Gualdi e la salita sul palco. Di seguito parte il primo brano, la coda di “Amico Fragile”, un pezzo di Fabrizio De André che si chiude con un lungo solo di chitarra suonato da Franco Mussida. Fra un movimento e l’altro si sviluppano lunghi fill di batteria che mantengono alta la tensione anche quando la chitarra interrompe il solo, generando un crescendo di emozioni sottolineato dall’ovazione finale.
Il secondo brano è “La Carrozza di Hans”, una classica suite di rock progressivo pubblicata nel 1972 con il primo album di Pfm, Storia di un minuto. Qui ricorrono tutti gli stilemi del prog, tempi dispari e fughe veloci, unisono improvvisi e assoli d’effetto. Il drumming è impegnativo a causa della partitura, ma vissuto ed energico grazie all’adrenalina di Franz. I video sono realizzati in esclusiva per Drumset Mag. Buona visione.
Lo scorso 30 settembre in quel di Cherasco, Genova, nell’ambito del primo Drum Ladies Fest organizzato dalla batterista Elisa Pilotti si è svolto un concorso – come il resto della manifestazione – tutto al femminile: Ragazze ke drummano.
Le candidate, divise in tre categorie (16-18 anni; 19-22 anni; 23-26 anni), si sono esibite all’interno dei locali della scuola con l’ausilio di basi musicali per una giuria formata da Furio Chirico, Gianluca Fuiano, Emmanuelle Caplette, Vera Figuereido e dal direttore di Drumset Mag, Alfredo Romeo. Chiamata a esprimere un voto da 1 a 10 su argomenti quali padronanza del set, creatività-fraseggio, improvvisazione e composizione la giuria al termine della contesa ha decretato la vittoria della 18enne Elisa Montin nella prima categoria, della 20enne Federica Sciola nella seconda e della 26enne Marilisa Asci nell’ultima.
Potete vederle in azione nel video collegato, opera di Claudio Rossi e Carolina Varsi. Le foto sono invece di Cesare Pilotti.
Una piccola zona espositiva (con gli stand di Vibe Drums, CVL , Bode, Drum Shop, Roland e dei negozi Fat Jack e Drum Club), un’area palco con due batterie al proscenio, sulle quali nel pomeriggio si sono alternate una ventina di batteriste in tutto, e un concorso per ragazze da 16 a 26 anni. Questo e altro ancora per la prima edizione del Drum Ladies Fest svoltosi lo scorso 30 settembre presso Friends of Music di Carasco.
Riviamo i momenti salienti di una bella giornata di musica nella gallery fotografica di Cesare Pilotti e nei video di Claudio Rossi e Carolina Varsi.
A ingresso rigorosamente gratuito e a orari abilmente sfalsati, la terza edizione del Festival della Batteria si è svolta con grandissima partecipazione di pubblico lo scorso 7 ottobre a Roma, presso l’SGM Conference Center. Seminari didattici, 10 concerti 10 nell’ auditorium della struttura, una serie di esibizioni informali nel cosiddetto spazio jam e demo di strumenti allestite in un’area dedicata. Completavano un quadro da paese di bengodi del ritmo uno spazio dedicato ai più piccoli, a cura della scuola popolare di Donna Olimpia, tre momenti dedicati ai drum circle, una bella mostra fotografica a tema di Riccardo Arena, uno spazio classico dedicato alle percusioni della musica sinfonica e una fragorosa esposizione di strumenti e accessori in diversi settori dell’accogliente struttura romana.
Alcuni dei momenti salienti dell’intensa giornata nelle foto e nei due video allegati, le une e gli altri opera dell’infaticabile Enrico Cosimi. Enjoy! Prima Parte
Alex Barberis
Edo Sala, BOB Baruffaldi, Christian Meyer, 'o Direttore e Jacopo Volpe
Elisa Pilotti G. Lazzarino
Ellade & Christian
Giulia Lazzarino
Lucrezio de Seta
Maiaria's Sound Check
Massimo Carrano
Meyer, Baruffaldi, Antonio-Gentile, o' Direttore, Marco Volpe e Jacopo Volpe
Il 21 luglio 1987 usciva un album che ha fatto la storia dell’hard rock e che avrebbe venduto ben 35 milioni di copie in tutto il mondo.
L’album segna il primo passo dei Guns N’ Roses verso una carriera breve e stellare, fatta di show galattici, droghe e tanti problemi con le forze dell’ordine e con Axl Rose, voce tanto carismatica quanto estroversa e difficilmente gestibile.
I primi screzi all’interno della band furono causati anche dalla dipendenza dalla droga di tale Michael Coletti, batterista con evidenti geni italiani in corpo e meglio conosciuto sotto il nome di Steven Adler.
Alcuni dei groove di Appetite for Destruction sono proposti nel video che accompagna questo articolo, a sua volta collegato alla rubrica Before I Forget pubblicata su Drumset Mag di Dicembre 2012.
Sul numero di Dicembre 2012 di Drumset Mag nella rubrica Sounds Good to Me si parla di un’applicazione innovativa progettata da Pete Lockett in collaborazione con la Sonosaurus LLC, per suonare le percussioni in modo molto semplice e immediato.
Pattern e suoni delle percussioni sono stati registrati tutti da Lockett, percussionista inglese di fama internazionale. Gli strumenti sono tantissimi, così come le loro combinazioni; tra quelli disponibili troviamo Kanjira, Ghatam, Tabla, Djembè, Bongos, Cajon, Conga, ecc. e alcuni set di batteria con i suoni di Johnny Rabb, Russ Miller, KJ Sawka, Dave Langguth, Steve Sidelnyk e Scott Pellegrom. Drumjam supporta la sincronizzazione CoreMIDI ed è disponibile per iPad e dall’iPhone 3GS in poi.
Il video collegato a questo articolo dimostra quanto sia facile utilizzare quest’applicazione, e alcune delle sue infinite possibilità di impiego. Buon divertimento.
Nella rubrica Unorthodox Behaviour pubblicata sul numero di Dicembre 2012 di Drumset Mag si parla di alcuni musicisti che hanno superato difficoltà ritenute insormontabili per superare barriere consolidate nel tempo. Ricordatevi che un musicista che ha voglia e coraggio di infrangere gli stereotipi è un esploratore di nuovi mondi. Un pazzo secondo alcuni, un visionario secondo altri, ma comunque qualcuno che si spinge in avanti. “Verso dove?” vi starete giustamente chiedendo… Be’, non si sa, ma il divertente è proprio questo! Nel video collegato a queste poche righe vi propongo una libera improvvisazione per vibrafono e bacchette poco ortodosse. Buon ascolto.
Il video che segue è stato registrato nel backstage del Modern Drummer Festival 2008. In un’atmosfera molto informale, Gavin Harrison, il protagonista della nostra cover story di dicembre 2012, viene intervistato da Simon Phillips. Tra le domande trova spazio anche il concetto dell’Overriding, qui spiegato e analizzato in profondità dal batterista inglese, che attraverso alcuni esempi mostra i pro e i contro di questo modo di suonare. Il video ci è stato gentilmente concesso dalla Hudson Music. Enjoy it!
Percussionista o batterista? Jazzista, musicista etno o cos’altro? Per Alfredo Laviano non fa differenza: l’importante è divertirsi – quindi giocare – con i suoi strumenti. Nell’intervista pubbicata sul numero di dicembre 2012 di Drumset Mag il musicista marchigiano ci racconta i come si è avvicinato alla musica, la sua carriera, le sue passioni, come assembla i suoi set misti e il suo particolare rapporto con lo studio. Nel video collegato a questo articolo possiamo apprezzare il suo drumming multicolore durante l’esecuzione in concerto di Transumanza, in duo con il bandoneonista Daniele Di Bonaventura. Le riprese sono state effettuate lo scorso 12 luglio al Chiostro del Monte di Lugo (RA), per la rassegna Musica estate. Buona visione.
Sul numero di dicembre 2012 di Drumset Mag il nostro collaboratore Luca Luciano ci parla di un personaggio ‘storico’, un batterista che milioni di Italiani erano soliti vedere in TV negli anni d’oro dei varietà del sabato sera e dell’Orchestra RAI di Roma. Nell’intervista in questione Roberto Podio racconta la sua carriera dentro e fuori l’azienda di viale Mazzini, i suoi rapporti con gli altri batteristi che gravitavano attorno all’Orchestra che era stata diretta da Armando Trovajoli e in particolare con Sergio Conti, parla delle sue batterie.
Una carirera in parte ricostruibile attraverso le foto di questa gallery.
Alle Grotte del Piccione, Night Club Romano, nel 1960 la prima volta a Roma di Chet Baker
Alle Grotte del Piccione, Night Club Romano, nel 1960 la prima volta a Roma di Chet Baker
Con Armando Trovajoli, Carlo Pes, Maurizio Majorana, in sala registrazione della RCA
Con Cerri, Simonetti, Majorana, Mezzaroma, fine '60, trasmissione Chitarra amore mio
Con Gianni Ferrio in una registrazione di colonna sonora
Con l'ASBA una batteria francese consigliata da Daniel Humair
Nel numero di dicembre 2012 di Drumset Mag abbiamo testato approfonditamente un set Odery della serie Fluence. Il set a nostra disposizione era il Jazz Set, composto da una cassa da 18”x16”, un rack tom da 10”x7.5”, un floor tom da 14”x13”, e da un rullante da 13”x6”. La finitura è di tipo ricoperto, e viene denominata Vintage Black. Il livello qualitativo e sonoro è davvero ottimo alto per questo nuovo Jazz Set, che unisce la comodità delle dimensioni compatte alle prestazioni sonore, capaci di regalare molte soddisfazioni anche per via della buona dose di versatilità che lo rende utilizzabile in più di un genere musicale. Potete ascoltare il suono di questo nuovo set nel video realizzato da Acustica Napoli, e che vede protagonista il bravissimo Paolo Forlini.
Nel numero di dicembre 2012 di Drumset Mag abbiamo testato approfonditamente quattro modelli in legno della serie S.L.P. prodotti dalla Tama. Il livello qualitativo e sonoro di questi nuovi rullanti è davvero molto alto, sono realizzati in maniera impeccabile, e sono dotati di un’ottima versatilità sonora e di una serie di soluzioni tecniche notevoli. I modelli utilizzati per questo nostro primo test approfondito sono: Classic Maple, Power Maple, G-Maple e G-Bubinga. Potete ascoltare il suono di questi quattro nuovi modelli in questo video, realizzato dal sottoscritto.
Nel numero di dicembre 2012 di Drumset Mag abbiamo testato approfonditamente alcune aggiunte alla serie K Constantinople, modelli che hanno mosrato tutti un livello qualitativo e sonoro davvero molto alto, oltre a caratteristiche sonore di grande valore. Gli strumenti oggetto del nostro sound check erano un nutrito numero di crash – dal 15” fino al 19” (quest’ultimo è un crash/ride) – un Bounce Ride da 20” e un hi-hat da 14”. Potete ascoltare il suono di quasi tutti i nuovi modelli K Costantinople testati nel primo video, realizzato dal sottoscritto.
Il secondo video, invece, vede impegnati il pianista Lello Petrarca e il batterista napoletano Enrico Del Gaudio, alle prese con una selezione tra i nuovi K Constantinople. Buona visione!
Dalla OVI Solution, il Cajon Throne Pro ovvero un accessorio per cajon che assicura una seduta ergonomica per chi suona questo strumento. Si tratta di una struttura di multistrato di betulla in grado di accogliere un cajon di dimensioni standard mantenendolo inclinato di circa 30°. Il musicista ha a disposizione una comoda seduta imbottita dalla quale può suonare comodamente anche per ore senza accusare né dolori né fastidi alla schiena o al fondoschiena. Inoltre il Cajon Throne Pro aumenta naturalmente il volume e il sustain dello strumento ampliandone di fatto la cassa di risonanza. Come se non fosse abbastanza, questo accessorio è perfettamente smontabile in pochi secondi e può essere trasportato con un ingombro e un peso ridottissimi in una sacca piatta fornita dal produttore. A riprova di quanto detto finora potete vedere il video realizzato dalla OviSolution e cronometrare il tempo di montaggio (meno di 40 secondi).
Meglio conosciuta come Psyco Red,la finitura Psychedelic Red è costituita da strisce di colore blu, verdi e rosse su base bianca e nei set degli anni ‘60 era assolutamente instabile: come spiegato nell’articolo per la rubrica My Old Flame pubblicato sul numero di dicembre 2012 di Drumset Mag, bastava esporre per qualche ora la batteria al sole e soprattutto il colore verde diventava bianco!
Dal punto di vista acustico questo modello di Super Classic segna uno spostamento più verso il rock rispetto alle Super Classic di qualche anno prima con la verniciatura interna bianca in resacote. Queste ultime avevano un suono più morbido e rotondo; questa batteria è invece uno strumento decisamente più rock, più aggressivo, con un attacco più deciso e un suono più chiaro proveniente da tutto il set. Con un’accordatura adeguata resta sempre uno degli strumenti più versatili mai messi sul mercato. Niente di nuovo da dire sul rullante più celebre della storia, il mitico Supraphonic che poteva essere su questa batteria da 5” o da 6,5”. Nelle foto della gallery (opera di Massimo Palmieri) il rullante è il modello da 6,5”, mentre nella prova video collegata abbiamo usato un 5 pollici.
La quarta e conclusiva lezione sui fill gospel, pubblicata sul numero di dicembre 2012 di Drumset Mag, verte inizialmente su un gruppo di sette, che andrà suonato dapprima in quartine e in sestine di sedicesimi. In questo caso vengono riproposti molti degli elementi cardine di queste lezioni, come la distanza tra le timbriche e le mani all’unisono, oppure ‘flammate’ (modalità adottata in questa lezione). Successivamente vengono presi in esame alcuni esercizi che fanno uso del doppio pedale, ma chi di voi avesse un piede particolarmente veloce e allenato può tranquillamente pensare di suonarli con un piede solo. Ringrazio ancora una volta Drumset Mag per questa bellissima opportunità. Buon divertimento e non dimenticate di guardare gli esercizi sulla rivista!
Per l’ultimo appuntamento con la rubrica didattica Play Along, pubblicata sul numero di dicembre 2012 di Drumset Mag, ho scelto di utilizzare un altro mio brano con una struttura decisamente insolita, in cui torniamo a parlare di tempi dispari. Il brano si intitola “Crime” e il suo tema si sviluppa su un ciclo composto in sequenza da misure del valore di 7/8, 6/8 e 5/8. A chiudere questo ciclo (che viene ripetuto cinque volte) vi è una misura in tempo semplice di 4/4. Sulla rivista vi mostro come ho tagliato e quindi suddiviso (in ottavi) le misure che compongono il tema durante la composizione del brano, per evitare di dover contare numeri troppo alti. Ho anche isolato tre misure diverse da praticare separatamente, quindi da ‘montare’ in sequenza per abituarsi a suonare liberamente anche su questi continui cambi di metrica.
Lo special del brano è invece in 7/8 e la sua metrica non cambia mai.
Come sempre vi allego due video, uno con la mia traccia di batteria e uno in versione play along. Alla prossima e… buon divertimento! Full Mix
Per l’ultimo appuntamento didattico con la rubrica Pesta con gusto, pubblicata sul numero di dicembre 2012 di Drumset Mag, ho pensato di farvi ascoltare un pezzo dell’ultimo disco inciso col mio gruppo i S.I.P Tonic dall’album Tonic Therapy. Il pezzo si chiama “First Element” ed è composto da due groove. Come gran finale c’è un solo di batteria sul groove composto 5+6.
Con questa puntata – pubblicata sul numero di dicembre 2012 di Drumset Mag – siamo giunti al termine della mia rubrica dedicata alla musica afrocubana, che concludo con delle informazioni sulla Rumba, che a Cuba è una delle più importanti sfaccettature della vita di ogni giorno. Non è solo una forma di danza, ma un momento in cui la comunità può commentare la vita, l’amore, la politica, la filosofia, ecc. In altre parole, Rumba è un vero e proprio modo di vivere, come il jazz negli Stati Uniti.
La rumba a Cuba è distinta in tre stili: Yambu, Guaguancó e Columbia; per esigenze di spazio abbiamo affrontato solo la rumba guaguancó. Il guaguancó è di solito suonato con tre congas: salidor (tumbadora), segundo (conga) e quinto; palitos, chekeré e clave completano la sezione ritmica. Il canto narra storie di vita quotidiana, fino ad arrivare al momento del montuno, sezione ‘a chiamate e risposte’ in cui si fa ampio ricorso all’improvvisazione.
Questo sito utilizza i cookie per funzionare e fornire all'utente una migliore esperienza di navigazione. Continuando la navigazione accetti le modalità d'uso indicate nella privacy policyOK