Antonio Sanchez

Written by BOB Baruffaldi. Posted in Musicians

Periodo intenso per Antonio Sanchez, che ha iniziato il 2012 con le registrazioni del suo nuovo CD da solista a nome di Antonio Sanchez & Migration. Il titolo sarà New Life, e la pubblicazione è prevista entro l’estate. Antonio ha inoltre registrato lo scorso febbraio il nuovo CD della Pat Metheny Unity Band, un quartetto che vede nella formazione, oltre ad Antonio Sanchez e Pat Metheny (chitarra), anche Chris Potter (sax) e Ben Williams (basso). Seguirà un lungo tour estivo con questo quartetto, al quale ne seguirà un altro (Stati Uniti/Europa) con il quartetto del sassofonista di Porto Rico, David Sanchez. Nel prossimo mese di ottobre ci sarà poi un tour europeo con il quintetto del pianista Kenny Werner, mentre il prossimo novembre 2012 vedrà invece lo svolgimento di un tour europeo di Antonio Sanchez & Migration, per celebrare l’uscita del nuovo CD.

DIMENSIONE MUSICA 10-14 maggio a Torino

Written by Redazione Drumset Mag. Posted in News & Events

Il Salone Internazionale del Libro di Torino ospita la seconda edizione di Dimensione Musica, autentica vetrina-laboratorio del Made in Italy del settore musicale, al Lingotto Fiere dal 10 al 14 maggio. Un’occasione straordinaria per “toccare con mano” quanto si produce, si sperimenta e si crea oggi in Italia nel variegato mondo della musica. L’area espositiva ospiterà le migliori realtà produttive nazionali che operano nel settore: costruttori di strumenti tradizionali, etichette discografiche, agenzie di management, scuole di musica, associazioni, festival. Novità di quest’anno sono le clinic curate dell’Accademia Lizard Piemonte. Gli appuntamenti didattici si svolgono, da venerdì a domenica, nello Spazio Clinic. Le lezioni, tenute da alcuni dei più importanti insegnanti del panorama musicale italiano, spaziano dall’Espressività e Tecnica nella chitarra moderna con Tony De Gruttola sabato 12 alle 15.30, a La batteria moderna. Tecnica e musicalità con Stefano Incani venerdì 11 alle 17, all’amplificazione con Guglielmo “Guru” Cicognani sabato 12 alle 17, all’hard disk recording con Piero Vallero venerdì 11 alle 14. Due location, Auditorium e Sala Rossa, ospiteranno un ricco programma di show case, concerti, presentazioni di libri e performance live. Confermate anche le sale prova, dove improvvisare jam session e testare la qualità degli strumenti.

LP CAJON AMERICANA SERIES

Written by Antonio Gentile. Posted in Factory News

LP Americana Snare Style Cajon

Latin Percussion lancia una nuova serie di cajon chiamata Americana. Come si può intuire dal nome si tratta di strumenti professionali interamente realizzati in America. La serie comprende tre modelli: String Style, Snare Style e Peruvian Style.

Tutti e tre sono caratterizzati da un corpo di compensato di betulla del Baltico a undici strati.

Il modello String Style ha un frontale in legno di sapele e un sistema di corde d’Addario. La casa lo consiglia per il flamenco.

Lo Snare Style ha il frontale in okume+lyptus e una cordiera in ottone Purecussion. La casa lo consiglia per imitare il suono della batteria.

Il modello Peruvian Style ha il frontale in okume e nessuna cordiera. Raccomandato per la world music.iframe>

LP Americana Peruvian Style Cajon

LP Americana String Style Cajon

I groove di Steve Jordan

Written by BOB Baruffaldi. Posted in Musicians, Paper2Media, Tutorial

In questo video vengono mostrate le esecuzioni a velocità rallentata e reale di tre groove tra i più rappresentativi dello stile di Steve Jordan. Per una migliore comprensione e per lo studio nota per nota, sono state inserite le trascrizioni di ogni singolo groove. I brani scelti sono tutti tratti dal repertorio di John Mayer.

Waiting On The World To Change

In questo brano, tratto da Continuum di John Mayer (2006), Jordan esegue un groove tipicamente R&B, che deriva da quello suonato da Billy Griffin nel brano We’re A Winner degli Impressions di Curtis Mayfield (1967). La particolarità del brano sta nel fatto che la prima parte viene suonata marcando gli ottavi sul ride senza interpretazione, mentre la seconda parte viene suonata in terzine. Nella seconda misura del groove il back beat viene spostato sul levare del quarto movimento, creando così un effetto di sospensione davvero notevole.

Wait Until Tomorrow

In questo brano tratto dal repertorio del trio di John Mayer, e più precisamente dal CD live Try! (2005), Steve affronta con grande grinta un groove abbastanza stretto e difficile da suonare con la giusta precisione proprio perché cassa e rullante si rispondono senza tregua in un’atmosfera super funk. Il suono del rullante, molto tirato, definisce il suono di questo groove.

I Got A Woman

Sempre tratto da Try!, questo brano è stato scritto da Ray Charles e Renald Richard, ed è stato pubblicato come singolo nel 1954. Il groove pesca a piene mani nella tradizione R&B/Soul e viene suonato interpretando tutte le note trascritte in un modo che viene definito “swung”, una via di mezzo tra l’interpretazione tradizionale in terzine e le note suonate “dritte”, senza alcuna interpretazione. Questo modo di suonare deriva direttamente dal genere New Orleans/2nd Line. Lo hi-hat è suonato con una leggera apertura, mentre il backbeat sul secondo movimento è seguito da un altro accento sul relativo levare. Irresistibile.

Video:

Delay Groove

Written by Antonio Di Lorenzo. Posted in Musicians, Paper2Media, Tutorial

A soli 27 anni aveva già un curriculum di rilievo, diventato importantissimo quando ha ricevuto la chiamata per occupare lo sgabello del gruppo di musica leggera più longevo e famoso d’Italia, i Pooh. Un ruolo delicato, anche perché dopo l’abbandono dello storico Stefano D’Orazio Phil si è trovato a sostituire un grandissimo batterista quale Steve Ferrone. Ma il giovane musicista originario dell’Alta Badia non solo ha dimostrato di avere le carte in regola per quel lavoro, ma anche di avere tanto altro da dire in altri e per certi versi più impegnativi contesti musicali.
Sul numero di maggio di Drumset Mag Phil Mer ha trascritto le prime battute di un suo solo (“Delay Groove”) in cui emula l’effetto del delay riproducendolo ‘artigianalmente’ sul rullante. Di “Delay Groove” trovate il file audio con l’esecuzione della parte trascritta sulla rivista, mentre nel video collegato a questo articolo Phil Mer improvvisa su una base di basso e batteria da lui stesso suonati, mettendo in pratica alcune delle idee esposte nella sua intervista a Drumset Mag. Il brano si intitola “Naso”. Buon divertimento.

Video:

Il file audio in versione mp3:

Meinl 21″ Ghost Ride

Written by BOB Baruffaldi. Posted in Paper2Media, Test

Realizzato in maniera eccellente e non privo di una certa versatilità, questo nuovo ride della tedesca Meinl è firmato dal batterista dei Mastodon e fa parte della serie Mb8, per la cui costruzione si usa una lega di bronzo B8 e si ricorre alla martellatura computerizzata.
Indicato soprattutto per generi come rock e heavy, è un piatto dallo spessore medio/pesante, ping abbastanza definito, con un alone molto presente, ma mai eccessivo. La campana è molto tagliente e riesce a farsi sentire in qualsiasi situazione musicale.

Video:

I Groove di Glen Sobel

Written by Edoardo Sala. Posted in Musicians, Paper2Media, Tutorial


Nonostante la relativa poca fama di cui gode in Italia, il batterista nativo di Los Angeles ha un curriculum vastissimo, dal quale emergono le collaborazioni con Alice Cooper, Paul Gilbert, Jennifer Batten e tanti altri…
Di tutto questo e della sua mentalità aperta Sobel parla nell’intervista pubblicata sul numero di maggio 2012 di Drumset Mag. In questo breve articolo per il nostro sito gli abbiamo invece chiesto qualcosa a proposito della sua collaborazione con un famosissimo musicista italiano.
Com’è nata la collaborazione con Vasco Rossi? E che esperienza è stata?
Suonare con Vasco è stata una bellissima avventura – la mia prima volta in Italia – nonché il tipico esempio di situazione dovuta a un buon rapporto lavorativo e personale con i colleghi di lavoro. Ricordo di essere stato chiamato la sera di mercoledì 8 settembre dal produttore Saverio Principini, con il quale avevo lavorato anni prima a LA: Matt Laug aveva dei problemi fisici e se avessi accettato l’ingaggio, il sabato successivo avrei dovuto suonare davanti a 40.000 persone! Conoscevo Vasco solo di nome, a LA è famoso per aver portato in Italia batteristi di rilievo come Aronoff, Castronovo, Colaiuta; era quindi un’occasione che non potevo perdere, anche solo per rispetto nei confronti di chi mi considerava all’altezza della situazione.
Dove hai fatto la prima data con Vasco?
In uno stadio in Sardegna, un posto meraviglioso e pieno di gente; abbiamo avuto solo tre giorni effettivi di prove prima dello show, perché tutta la produzione andava poi portata sul palco vero e proprio. Ricordo le persone accanto a me giustamente molto tese il giorno del concerto, ma dopo le prime due canzoni suonate senza problemi tutto è filato via liscio. Avevo le mie trascrizioni di fianco nel caso di vuoti di memoria, ma ero conscio di aver fatto bene i compiti a casa ed ero sicuro di quelli che stavo facendo. Entrare in una band a tour iniziato è sempre più difficile, gli altri membri del gruppo si erano abituati ai fill e ai groove di Matt Laug, dovevo cercare di suonare come lui, non potevo imporre il mio stile.
Come hai fatto a studiare in soli tre giorni lo stile di Matt?
Mi hanno mandato le registrazioni degli show precedenti e ho trascritto i passaggi fondamentali; tutto lo staff di Vasco si è dimostrato disponibile e gentile con me, in più la presenza di un amico come Stef Burns ha agevolato molto le cose. Molti amici stasera verranno infatti a vedermi con Alice Cooper: devo ammettere che siete un popolo meraviglioso!
Nel video che segue, alcuni groove di Glen Sobel, la cui trascrizione è pubblicata sul numero 2 di Drumset Mag.

Every Day Looper

Written by Carlo Marzo. Posted in Paper2Media, Tutorial

Per il secondo appuntamento della rubrica di ‘tecnologia pratica’ Sounds Good to Me sul numero di maggio di Drumset Mag parliamo di Every Day Looper,  applicazione dotata di un’interfaccia grafica molto intuitiva che permette di registrare dei loop in real time su ben sei tracce separate.
Autore di questa app è Marco Flores, francese residente a New York. L’utilizzo è semplice e immediato e i risultati – più che soddisfacenti con l’utilizzo del microfono integrato nell’iPad – sono a dir poco incredibili se si interfaccia il tablet con un mixer e con microfoni professionali. Per un risultato ottimale è preferibile utilizzare delle cuffie in cui ascoltare il click, poiché senza lo stesso rientra in ogni singolo loop.
Nel video che segue vi propongo alcuni loop che ho creato utilizzando il solo microfono dell’iPad. Buon divertimento e alla prossima!
Keep in touch!

Latin Drumming: tempi dispari

Written by Emanuele Smimmo. Posted in Paper2Media, Tutorial

Come spiegato nella rubrica didattica pubblicata sul numero di maggio 2012 di Drumset Mag, ci avviciniamo ai tempi dispari nel latin drumming partendo da una ritmica brasiliana ascoltata in “13 de Maio”, dal cd di Caetano Veloso Noites Do Norte Ao Vivo. Il ritmo principale è dato da una pulsazione in 5/8, una variante molto simile a uno dei tanti ritmi della band Olodum di Bahia.
Per comodità di lettura riproponiamo qui le partiture, oltre al video dimostrativo, con i passaggi necessari per suonare correttamente il brano.

 

 

 

 

 

VIDEO:

 

Continua a leggere per esaminare le trascrizioni:

Rock Drumming: anni ’60 e ’70

Written by Daniele Giovannoni. Posted in Paper2Media, Tutorial

Nella rubrica didattica dedicata al rock drumming pubblicata sul numero di maggio 2012 di Drumset Mag vengono proposte le trascrizioni di due brani  esemplificativi del batterismo degli anni Sessanta e Settanta. Per i primi il batterista analizzato non poteva che essere Ringo Starr, con la trascrizione della sua performance sulla beatlesiana “Here Comes the Sun”. Anche per i Seventies  la scelta era quasi obbligata: “Kashmir” dei Led Zeppelin, eseguita dall’immortale John Bonham. Nel video allegato, una guida alla corretta esecuzione di questo grooves.

Video:

Yamaha YD 9.000 Recording Custom

Written by Antonio Di Lorenzo. Posted in Paper2Media, Vintage

Le Yamaha 9000 sono l’esempio di come a volte i difetti si trasformino, grazie anche a un sapiente marketing, in virtù. Ho posseduto una di queste batterie e ricordo perfettamente la mia impressione: “Ma, non suona!?!?”. Le 9000 sono delle batterie a mio parere discutibili, con volume minimo e per di più con una quantità di massa hardware addosso che impedisce ai fusti di vibrare, con un suono ‘medioso’ e casse quasi sorde. Il frutto di un’epoca non bellissima come gli anni ‘80 in cui sono cresciuto. Ma allora, perché lo strumento ha avuto un grande successo? Molte componenti: innanzitutto il marketing. La Yamaha investì molto in pubblicità ed endorser (si dice che addirittura a Cozy Powell e al suo enturage regalarono delle moto!). Inoltre, le batterie che usavano gli endorser di rado erano quelle acquistabili dai comuni mortali: Tommy Aldrige ne aveva una in carbon-fibra, Colaiuta e altri avevano strumenti custom, pur continuando a usare negli studi altre batterie; Larry Mullen degli U2 utilizza da sempre i rullanti Brady e le stesse batterie in studio; e nella copertina di un album è immortalato con una Ludwig nera Superclassic. Tant’ è che, a eccezione di Gadd e Weckl (che non ha mai avuto ‘normali’ Yamaha), molti sono poi ritornati a ditte americane, Colaiuta ed Erskine in testa.
Ma è importante inquadrare anche il periodo storico-tecnologico: siamo agli inizi degli anni ‘80, il digitale è appena comparso con i DAT, mentre la registrazione multi traccia si fa ancora su nastro. Le 9000 sono poco sonore e spesso in tandem con le pelli Pinstripe si rivelano perfette, in relazione ai limiti dinamici della registrazione di quei tempi: in pratica lo strumento sembra essere tarato per la ripresa microfonica e per gli studi di registrazione e consente ai fonici di realizzare facilmente il suono di una batteria ‘ipercontrollata’. Insieme alle casse NS 10 della Yamaha, lo standard in studio per i monitor (che personalmente ho odiato nei missaggi per la loro assoluta ‘neutralità’), le 9000 sono richieste dagli studi e – come mi ricorda il liutaio Stefano Berti (SteppoDrums) – venivano inserite negli imballaggi le istruzioni su come amplificarle già dalla stessa ditta!
A onor del vero le meccaniche – aste, snodi, pedali e quant’altro – erano di primissimo livello, tuttora le mie preferite, ma i fusti… Quando con gli ADAT su nastri Super VHS la registrazione digitale divenne multi traccia, comparirono le Yamaha 10000, le altre batterie di fascia alta in acero tornarono in auge mentre le 9000 divennero, per fortuna, obsolete.
Ma negli anni ‘80 spopolavano! In quel periodo divenne possibile acquistare a poco prezzo batterie vintage fantastiche; la mia prima Gretsch la scambiai con la 9000 e spesso ho utilizzato le Yamaha come merce di scambio. E pensare che in commercio in quegli anni la Rogers produceva le XP8 totalmente in acero e la Gretsch, pur esagerando con la lunghezza dei fusti, aveva un suono fantastico. Adesso le 9000 ritornano! Aiuto! Anzi no. Speriamo abbiano successo, e che ritorni la moda di vendere i ‘vecchi catorci’ Ludwig, Gretsch, Rogers o Slingerland e altri ancora; mi raccomando: avvisatemi se lo fate!

Foto Gallery

Bass Tube & Cajon Flap

Written by Antonio Gentile. Posted in Paper2Media, Test

La casa tedesca Schlagwerk propone due nuovi accessori per cajon. Il Bass Tube è un cilindro in materiale plastico in grado di esaltare e potenziare le frequenze basse, mentre il Cajon Flap è in grado di produrre il suono di un paio di nacchere: si può applicare sul fianco del cajon e si suona con le dita.
Oggetto di una prova dettagliata sul numero di maggio di Drumset Mag, i due accessori sono i protagonisti del video collegato a questo articolo.

Sound Check Video

2Box Drumlt 5

Written by Alex Barberis. Posted in Paper2Media, Test

Una batteria elettronica facile da trasportare e montare, ma soprattutto un giusto compromesso per quei batteristi che non vogliono distaccarsi troppo dalla batteria acustica, con un ricco modulo sonoro per uno strumento ergonomico e funzionale, resistente e piacevole nei suoni e nella risposta dinamica. Come ampiamente descritto nel test pubblicato sul numero due di Drumset Mag, la 2Box Drumlt Five presenta tre particolarità: un rack molto leggero, ma nello stesso tempo molto robusto; dei pad in alluminio pressofuso che permettono al batterista di montare qualsiasi tipo di pelle acustica al posto delle mesh;  un modulo sonoro molto potente. Le sonorità ‘della casa’ sono assai realistiche, come si riscontra dal video collegato a questo articolo, in cui oltre al sottoscritto potete ascoltare e vedere in azione la batterista Giulia NC Lazzarino.

Video:

Frankfurt Musikmesse 2012

Written by Redazione Drumset Mag. Posted in musikmesse2012, Paper2Media

Gallery fotografica Enrico Cosimi

Nel numero di maggio di Drumset Mag pubblichiamo un approfondito reportage dell’annuale Fiera della Musica e degli Strumenti svoltasi dal 21 al 24 marzo a Francoforte. Un’edizione tranquilla, nel complesso non deludente. Nei padiglioni destinati ai nostri amati strumenti il calo di espositori e visitatori, almeno in relazione ai primi giorni di fiera, è sembrato evidente, ma è stato ampiamente compensato da una discreta presenza di novità in tutti i settori merceologici di nostro interesse.
Nei video collegati a questo articolo, come anche nella ricca gallery fotografica firmata da Enrico Cosimi, potrete apprezzare molte delle novità in questione.

Messe 2012 – Drum Mix A-L

Messe 2012 – Drum Mix M-Z

Messe 2012 – Istanbul El Negro

Messe 2012 – PEARL Percussion

Messe 2012 – Roland TD-30KV

Ivan Ciccarelli

Written by Mario A. Riggio. Posted in Musicians, Paper2Media

Precoce talento batteristico, verso la fine del 2001 Ivan viene colpito dalla Sindrome di Duputryan, malattia che compromette la mobilità della mano destra e lo porta a modificare il modo di suonare e di tenere la bacchetta.
Invece di piangersi addosso, il musicista milanese di origini napoletane comincia a lavorare come produttore, si apre uno studio e inizia a comporre, affrontando con grinta la malattia: inizialmente adattando il suo modo di suonare alla nuova condizione fisica e quindi trasformando questa sua caratteristica in un punto di forza del suo drumming.


Anche per questo il set di Ivan Ciccarelli è molto particolare, perché unisce alla batteria tradizionale un insieme di percussioni.
Ivan Ciccarelli è anche un eccellente didatta. Lo abbiamo visto in azione al Percfest 2011 di Laigueglia, dove ha tenuto una clinic seguita anche da molti spettatori non batteristi. In questa occasione ha eseguito un solo, di cui pubblichiamo un estratto.
Nel video si nota benissimo la particolare tecnica di Ivan, che usa contemporaneamente batteria e percussioni in modo originale, ma funzionale.

Video:

Sound & Technology

Written by Alessandro Bagagli. Posted in Paper2Media, Tutorial

Le caratteristiche del lavoro del batterista moderno sono oggi talmente varie che è di fondamentale importanza per un bravo professionista conoscere il proprio strumento in modo da venire incontro a tutte le esigenze che dovrà soddisfare. La batteria ha subito un‘evoluzione incredibile in circa 100 anni di vita sia nella sua struttura che nei materiali costruttivi, ma da sempre il parametro immediato per la ricerca di un bel suono è l’accordatura (o tuning) delle pelli. È quindi fondamentale capire in cosa consiste l’accordatura di una membrana, facendone proprie le regole attraverso l’esperienza e la sperimentazione. L’argomento è sviscerato nel numero 2 di Drumset Mag e inizia a essere affrontato nel video collegato a questo articolo, in cui si spiega come e quando sostituire una pelle usurata.

Video:

Reggae Music: Nyabinghi

Written by Marcello Piccinini. Posted in Paper2Media, Tutorial

Il reggae così come lo conosciamo è l’evoluzione moderna della tradizione musicale della Giamaica dai primi del ‘900 a oggi. Nell’articolo didattico che trovate sul numero di maggio 2012 di Drumset Mag analizziamo una delle prime radici musicali presenti nell’isola, la musica nyabinghi e il suo ritmo, che insieme a Calypso, Soca e Mento, sono considerati gli Early Jamaican Rythms.
Durante le Gronuations, cerimonie sacre in cui veniva invocato l’aiuto di Jah (Dio) contro l’oppressore attraverso canti, danze e l’uso di marijuana, venivano suonati tre tamburi simbolo dello spirito di Jah e dell’africanità dei fedeli rastafari: il thunder drum (bass drum), tamburo più grande dal suono più basso percosso da un battente; il fundeh drum, medio per grandezza e intonazione; e il repeater drum, più piccolo nella dimensione ma dall’intonazione più alta, entrambi suonati con le mani. Questi tamburi potevano essere suonati solo dagli uomini mentre alle donne era lasciato il compito di accompagnamento con lo shakere.
Il ritmo nyabinghi è chiamato anche heartbeat perchè spesso è suonato alla velocità del cuore a riposo (60 bpm) ed è costruito su una misura di quattro quarti sulla tipica forma musicale africana a ‘chiamata e risposta’. Sulla rivista trovate le trascrizioni delle parti dei tre tamburi e un’orchestrazione del ritmo su tutto il drum-set per creare melodie e simulare il suono dell’ensamble percussivo dei tre tamburi tipici.

Video:

Brian Quinn

Written by Davide Merlino. Posted in Paper2Media

Ascolto reciproco e ricerca di ciò che ci fa vibrare dentro. Sembra essere questo l’approccio alla musica di Brian Quinn, mente e motore propulsore di tanti progetti tra cui il collettivo /q3/. Della batteria dice che: “può influire in maniera determinante su tempo, timing (sono due cose differenti), dinamica, fraseggio, interplay, ‘intenzione’ (o piuttosto ‘attitudine’ ritmica ed emotiva al brano), ecc. Quindi il batterista dev’essere preparato ad affrontare e gestire con successo l’equilibrio tra questi elementi; lo studio e l’esperienza devono vertere ad accrescere le nostre abilità in questa direzione”. Attualmente Brian Quinn si esibisce con i trii dei pianisti Andrés Ortiz, e Gabriele Pezzoli e con Homeland, la più recente incarnazione del trio dei fratelli /q3/, spesso con l’aggiunta dell’armonicista cromatico parigino Olivier Ker Ourio.
Nel video che segue possiamo apprezzare Brian Quinn con Homeland, in compagnia dei fratelli Nolan, tromba, e Simon, contrabbasso (i /q3/), con l’aggiunta del pianista Gabriele Pezzoli. Il brano è “Minos”.

Nel secondo video la formazione Homeland è invece integrata dall’armonicista francese Olivier Ker Ourio.

Drumset Mag n.2 – Maggio 2012: Il Menù

Written by Redazione Drumset Mag. Posted in News & Events

Steve Jordan

Riflettori su Steve Jordan, formidabile batterista e produttore di successo, per il secondo numero di Drumset Mag. Un’intervista esclusiva raccolta dal nostro Bob Baruffaldi durante un breve soggiorno lavorativo romano del grande drummer, in Italia con il bassista Dino Palladino per registrare il nuovo album di Gigi D’Alessio…

Di Steve Jordan BOB Baruffaldi è un grande fan, al punto da militare in una tribute band  del trio di John Mayer. Chi meglio di lui può quindi in video spiegare ed eseguire alcuni groove che Jordan suona proprio nei cd incisi con Mayer?

 

Glen Sobel

Edoardo Sala invece si è concesso una bella chiacchierata con Glen Sobel, da alcuni anni batterista di Alice Cooper. Anche in questo caso il nostro collaboratore ha preso in esame alcuni groove di questo ottimo musicista (anche al fianco di Vasco Rossi alcuni anni or sono, per una sostituzione ‘volante’), suonandoli davanti alle nostre telecamere.

 

Phil Mer

Antonio Di Lorenzo intervista invece il giovane e validissimo Phil Mer, assurto agli onori delle cronache per essere diventato – dopo la breve parentesi di Steve Ferrone –  il nuovo batterista dei Pooh. Phil è un batterista formidabile, impegnato anche in contesti lontanissimo dalla musica leggera di cui i Pooh sono da 40 anni i signori incontrastati. E ce lo prova con l’esecuzione di “Naso”, una sua composizione ripresa in un video esclusivo, realizzato appositamente per Drumset Mag.

Ivan Ciccarelli

Che bella storia, quella di Ivan Ciccarelli: una storia di malattia e sfortuna, ma anche di forza d’animo e coraggio. Ce la racconta Mario A. Riggio, autore anche del video girato lo scorso giugno al PercFest di Laigueglia, in cui Ivan si produce in un assolo molto musicale.

 

 

Brian Quinn

E che dire dell’intervista a Brian Quinn raccolta da Davide Merlino per la sua rubrica sui musicisti ‘eterodossi’?

 

 

Sounds Good to Me

E, a proposito di rubriche, da gustare il video realizzato da Carlo Marzo a rinforzo della puntata di maggio di “Sounds Good to Me”, in cui ci spiega come costruire in tempo reale un bel tappeto percussivo utilizzando l’app EveryDay Looper.

 

 

Tools

Frankfurt Musikmesse 2012

Il capitolo strumenti tracima delle novità presentate alla Fiera di Francoforte, dove la non ancora nata rivista di carta Drumset Mag era già presente e ammessa a votare per i prodotti più innovativi dell’anno. Un ricco reportage con tante foto.

 

 

2Box Drumlt Five

Bella e funzionale la elettronica 2Box Drumlt Five, provata per voi da Alex Barberis, uno strumento ergonomico, leggero e con la possibilità di montare delle pelli acustiche.

 

 

Meinl 21″ Ghost Ride

Il piatto Meinl realizzato in collaborazione con il batterista dei Mastodon, Brann Dailor, si è rivelato sotto i colpi del nostro Bob Baruffaldi più versatile del previsto, come testimoniato dalla prova su carta e in video.

 

 

Bass Tube & Cajon Flap

Interessanti anche gli accessori per cajon della Schlagwerk che Antonio Gentile ha messo sotto la sua lente di ingrandimento, a beneficio dei percussionisti – speriamo non siano pochi – che ci seguono.

 

Yamaha YD 9000 Recording Custom

Gli amanti del vintage troveranno motivo di soddisfazione nel leggere la storia, firmata Luca Luciano,  di uno strumento al quale ha arriso una straordinaria fortuna commerciale, la Yamaha YD 9.000, altrimenti nota come Recording Custom. Sul nostro sito Antonio Di Lorenzo a proposito di questa batteria ha voluto invece darci il suo punto di vista, non proprio lusinghiero, sullo stesso strumento.

 

Tutorial

E, infine, la nostra didattica, affidata a Bat-te-rì-a Drumming School Rome di Lucrezio de Seta, che spiega al nostro direttore la filosofia alla base della sua struttura e il tipo di insegnamenti impartiti.

Quanto alle lezioni su carta, tutte con uno sviluppo sulla Rete, fino a questa estate ci terranno compagnia con i loro insegnamenti:

Sound Technology

Alessandro Bagagli, con la sua rubrica Sound & Technology

 

 

 

Rock Drumming: Anni ’60 e ’70

Daniele Giovannoni, con una carrellata sui batteristi rock dagli anni ’60 ai giorni nostri

 

 

 

Latin Drumming: Tempi dispari

Emanuele Smimmo, tra i migliori esponenti europei del cosiddetto Latin Drumming, con le sue dritte sui tempi dispari in questo genere musicale

 

 

Reggae Music: Nyabinghi

Marcello Piccinini, esperto e appassionato di musica giamaicana, che parte con il ritmo Nyabinghi per guidarci attraverso le tante espressioni musicali ritmicamente interessanti presenti in Giamaica

 

 

Djembrush

Francis P. Pelizzari, inventore di un originalissimo metodo che riesce a ricreare groove complessi e batteristici utilizzando solo un djembe e una spazzola.

 

 

Buon divertimento, buona lettura e buona visione.

Djembrush

Written by Francis P. Pellizzari. Posted in Paper2Media, Tutorial

Come indica il nome, Djembrush significa djembè suonato con una mano nuda sulla pelle mentre l’altra impugna una spazzola, con l’obiettivo di ottenere il suono della batteria e delle percussioni da un solo strumento. Il metodo è applicabile preferibilmente su strumenti che montino pelli sintetiche.
A differenza del metodo tradizionale che utilizza tre colpi (medio, grave e slap), Djembrush ne utilizza ben 14 (vedi sul numero di maggio 2012 di Drumset Mag la Legenda colpi) più due effetti. 11 colpi sono ottenuti con la mano destra che suona sulla pelle e tre con la spazzola impugnata dalla mano sinistra.
Va deciso inizialmente con quale mano suonare la spazzola, che servirà per lo più per suonare ciò che nella batteria viene eseguito dall’hi hat e dal rullante, ovvero degli ostinato e dei pattern che solitamente vengono suonati dagli shaker. L’altra mano eseguirà invece tutti i colpi che suona una cassa più i pattern di congas e/o bongos utilizzando le dita e il palmo della mano libera. Nel video che accompagna questo articolo è possibile vedere come interagiscono le due mani per creare differenti grooves, oltre alle diverse tecniche applicabili.

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